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Culture
Ravello festival nel segno di Wagner e contro tutte le barriere

Tradizione nel nome di Wagner, musica con i più grandi direttori d’orchestra, incursioni nell’avanguardia, sperimentazione di nuovi linguaggi. Ed ancora, jazz per ridurre le distanze e danza per lasciar parlare il corpo, quando ogni altra relazione è compromessa. Il Ravello Festival festeggia così il suo 65esimo compleanno. Grandi nomi per un cartellone di qualità che mette insieme passato e futuro, che dà spazio, come sempre, alla grande musica “nel rapporto tra silenzio e spazio” ma che coglie anche le nuove sensibilità culturali del tempo contemporaneo che invocano pace, ponti e dialogo, abbattimenti di vecchi e nuovi muri, come racconta il programma artistico curato da Laura Valente. Il via è previsto per il primo luglio con un concerto tutto wagneriano diretto dalla bacchetta di Adam Fisher, in collaborazione con l’Hungarian Radio Symphony Orchestra.

Il programma di musica annota appuntamenti da non perdere, come il concerto diretto da uno dei più prestigiosi direttori oggi sulla scena mondiale, il finlandese Esa Pekka Salonen, con la Philharmonia Orchestra, tra i più innovativi anche per la capacità di convertire l’ispirazione con i nuovi strumenti digitali. Dal gelo della Siberia viene un altro straordinario talento: il “ribelle della classica”, greco di nascita e russo di formazione, Teodor Currentzis. Da Mosca anche il metropolita di Volokolamsk, Ilarion Alfeev, uomo chiave del dialogo interreligioso della chiesa russa e compositore di musica sacra: a Ravello dirigerà l’Orchestra Filarmonica Salernitana “Giuseppe Verdi” che si esibirà anche nel tradizionale Concerto all’Alba quest’anno affidato al direttore Oleg Caetani.

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E ancora i grandi interpreti: da Kent Nagano (il maestro che passa da Mozart a Frank Zappa) e la Dso di Berlino con la talentuosa Arabella Steinbacher, alla Rotterdams Philharmonisch Orkest con il suo nuovo direttore stabile Lahav Shani, non ancora trentenne, alla Asian Youth Orchestra diretta da James Judd e con un solista di assoluto prestigio come Vadim Repin. A Villa Rufolo anche uno dei migliori cori giovanili del mondo, il Chicago Children's Choir diretto da Josephine Lee.

Da segnalare il ritorno sulla costiera amalfitana di Martha Argerich, la pasionaria del piano, con la Franz Liszt Chamber Orchestra diretta da Gábor Takács-Nagy e di Philip Glass che salirà sul palco in un concerto per tre pianoforti (compagni di viaggio: Dennis Russell Davies, Maki Namekawa) in occasione dei suoi ottanta anni: cosa sarebbero la musica, il teatro e il cinema del Novecento senza la rivoluzione del maestro di New York che sbarcava il lunario facendo l’idraulico quando ancora fare il compositore d’avanguardia era un lusso?

C’è ancora spazio in questo mondo per inseguire i sogni, per rivendicare il pane ma anche le rose come marxianamente si ripete nel film di Ken Loach che dà il titolo al balletto Les Italiens de l'Opéra de Paris, che porterà a Ravello un progetto in prima assoluta in coproduzione con il museo dell’immigrazione di Parigi.

Il cartellone di quest’anno sceglie di attraversare i muri, contro le barriere della diversità, del razzismo, delle differenze. Muri come quelli che simbolicamente saranno abbattuti con la musica leggendaria dei Pink Floyd dalle stelle dell’American Ballet con una coreografia di Karole Armitage, impreziosita dalla partecipazione in live painting di Francesco Clemente e la voce recitante di sua moglie, Alba, che condivide per la prima volta una produzione con il marito.   

Grande attesa anche per Marie Chouinard che porterà a Ravello una rivisitazione di uno dei suoi capolavori, Le sacre du printemps, tribale, primordiale e spirituale al tempo stesso, sulla musica di Stravinsky. La direttrice della Biennale danza anticiperà il gigante della danza israeliana, Ohad Naharin, coreografo tra i più celebri con il suo linguaggio del corpo.

Ancora, la formazione con il progetto “Abballamm’!” e le incursioni jazz con i grandi padri del jazz europeo. Poi due nomi femminili: la vocalist afroamericana Dianne Rives, considerata una delle più importanti interpreti femminili di jazz del nostro tempo e Roberta Gambarini, “l’erede di Ella Fitzgerald”, che si esibirà con il Salerno Jazz Collective. Segue il progetto per Ravello “Petra” e Al Amal” di Luca Aquino con la Jordanian National Orchestra’s Ensemble che servirà a lanciare un messaggio di speranza a difesa del patrimonio culturale mondiale (Al Amal in arabo “la speranza”).

Infine un’incursione pop nel programma di agosto con un concerto unplugged di Antonello Venditti.

Eduardo Cagnazzi

                

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