San Marino, nuovo Museo d’Arte Contemporanea
A San Marino apre un bel museo, che espone una serie di opere significative di importanti artisti italiani e locali
di Raffaello Carabini
L’anniversario è di quelli che verranno festeggiati nel tempo a San Marino: siamo al decimo anno del riconoscimento da parte dell’Unesco di “patrimonio dell’umanità” per la repubblica del Monte Titano. E giustamente tutte le segreterie di stato (che equivalgono ai nostri ministeri) sono impegnate a celebrare l’evento con manifestazioni e proposte culturali.
La prima a essere messa in campo, ma il lavoro di preparazione si è protratto negli anni con una spesa conclusiva attorno ai 3 milioni e mezzo, è stata l’apertura del nuovo Museo d’Arte Contemporanea, nella ristrutturata architettura razionalista anni Trenta delle Logge dei Volontari. Vengono così offerte al pubblico una serie di opere – il piccolo stato ne possiede un migliaio, che saranno ruotate con regolarità negli spazi non amplissimi – finora inedite oppure pressoché dimenticate, perché “disperse” nei vari uffici e depositi.
“Vogliamo proporre una San Marino diversa da quella sempre più conosciuta per il suo patrimonio storico”, afferma Marco Podeschi, segretario per l’istruzione e la cultura. “Ci siamo perciò impegnati a catalogare e riunire il nostro patrimonio, che trae origine soprattutto dalle biennali d’arte che si svolsero qui tra il 1956 e il 1967, con curatori prestigiosi e artisti importanti provenienti da tutto il mondo. Inoltre proporremo alcune opere in altri contesti urbani e museali per permeare di contemporaneità artistica il tessuto sanmarinese.”
Il museo, curato e progettato in collaborazione con il MA*GA di Gallarate (VA), istituzione per molti versi, dalle dimensioni al bacino di utenza, analoga, propone tre grandi sale dove si ammirano alcune opere importanti e un percorso tra figurativo e astratto, tra arte e scienza, attraversando vari linguaggi sperimentali, punteggiato appena da significative presenze dei più importanti artisti locali di oggi: Marina Busignani Reffi, Walter Gasperoni, Gilberto Giovagnoli e Patrizia Taddei.
La collezione allinea opere di illustri italiani del 900, da Guttuso a Chia, da Vedova a Spagnulo (un’intrigante serie di carte, bozzetti e sculturine metalliche, abbozzi ideativi per la scenografia dell’opera Per Massimiliano Robespierre di Giacomo Manzoni, messa in scena a Bologna nel 1975), da Ontani a Cagli.
Concludono la visita il capolavoro concettuale Dialogo tra Fidia, Galileo, Duchamp, i sette nani, l’idiota, in cui Enzo Mari con saggia ironia sviluppa il confronto tra oggettivo e sacro, e la “segreta” Scala sacra, nei limitrofi locali universitari del seicentesco ex convento di Santa Chiara, perfetta sintesi di passato e presente realizzata da Enzo Cucchi nel 1987.
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