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Culture
Cei, Raspanti ad Affari: la Chiesa si muove per la ricostruzione anche così

Sono in scena ad Ascoli Piceno per tutta la settimana 19 spettacoli teatrali gratuiti, allestiti in prima assoluta per sostenere le popolazioni della zona colpite dai ripetuti terremoti dei mesi scorsi. L’iniziativa, ora alla quinta edizione, si è trasferita da Lucca per lanciare un forte messaggio “di speranza di vita e di bellezza, nel segno della creatività e dell’innovazione”. Dell’iniziativa, che rientra nelle attività della Cei, l’episcopato italiano, nel più ampio contesto delle attività culturali, ce ne parla Antonino Raspanti, vice presidente della Cei, il cinquantasettenne Vescovo di Acireale che senza timori ha proibito i funerali in Chiesa ai mafiosi deceduti senza essersi pentiti.

ECCELLENZA, PERCHE’ LA CEI VARA QUESTA INIZIATIVA?
"E’ da tempo che volgiamo lo sguardo al teatro, un’attività fondamentale dell’essere umano che fa binomio col sacro perché significa rappresentarsi e rappresentare. C’è la fisicità immediata. Non solo dei protagonisti sul palcoscenico ma tra gli attori e gli spettatori, tra chi recita e chi assiste, recepisce, reagisce nei modi più diversi a seconda di quanto accade sulla scena e cioè col riso, l’applauso, l’approvazione o anche la delusione e la disapprovazione. Il sacro è da sempre, dal primo momento, la categoria dello spirito di mettere insieme i grandi valori della vita. E il teatro li recepisce, li assume e li rilancia con un linguaggio suo proprio che di volta in volta è drammatico, comico, ironico, satirico, lirico".

COMPAGNIE E ARTISTI SONO PROFESSIONISTI?
"Mi ha colpito l’eccezionale partecipazione a questa quinta edizione. Sono arrivati centinaia di lavori esaminati con scrupolo da una giuria selezionata che ha prescelto 19 testi che sono quelli rappresentati per una intera settimana nei teatri, nei chiostri, nelle chiese di Ascoli Piceno, dove la Rassegna si è trasferita dalla sede tradizionale di Lucca per testimoniare, anche sotto questo aspetto della cultura, non secondario, ma fondamentale, la partecipazione dei cattolici al flagello del terremoto che ha colpito ripetutamente la città e molte zone circostanti. Oltre agli aiuti materiali, sono indispensabili i contributi di ordine culturale e spirituale per ricostruire, dopo i danni materiali, le categorie dello spirito e della mente".

ERANO STATI FISSATI DEI CRITERI, DELLE REGOLE A CUI GLI AUTORI DOVEVANO ATTENERSI?
"La più ampia libertà, come è giusto che sia nell’attività artistica e in tutta la gamma delle attività umane lecite. Un criterio che di sicuro i partecipanti hanno ampiamente recepito, come dimostra proprio la vasta partecipazione. Hanno trovato nell’alveo cattolico lo spirito e il senso di libertà per esprimersi col linguaggio della drammaturgia e della recitazione".

VENGONO IN MENTE SCRITTORI, ATTORI E AUTORI COME DIEGO FABBRI, CATTOLICO DICHIARATO, E COME DARIO FO CHE VOLEVA ALLESTIRE, NEGLI ULTIMI ANNI DELLA SUA VITA, UNO SPETTACOLO PER PAPA FRANCESCO. QUALE VALUTAZIONE?
"Sono personaggi che hanno lasciato un’impronta, come altri, nella cultura dello spettacolo. Anche se talvolta sono stati critici per alcuni aspetti e posizioni, non v’è dubbio che sono stati sensibili ai valori. Una cosa è criticare un’istituzione, o i suoi rappresentanti perché non sono trasparenti e un’altra cosa è la fede nei valori".

QUESTO FESTIVAL CHE ALTRI SBOCCHI E PROSPETTIVE AVRA’?
"La Chiesa, noi cattolici, mettiamo la piattaforma. La Chiesa è vicina alla vita, apprezza la fantasia, invita a coltivare i sogni. Si tratta di accompagnare l’espressività di queste persone, di tutti coloro che coltivano le forme espressive, dal teatro, al cinema, e di quanti vi collaborano nelle più diverse funzioni, dagli autori, ai registi, agli scenografi, a chi allestisce. A tutti loro rivolgo, a nome della Cei e dei Vescovi italiani, il più vivo ringraziamento, perché sono loro i protagonisti della vita, dell’arte, del successo".

TEATRO E CINEMA POSSONO DARE MESSAGGI, SPERANZE?
"Senza alcun dubbio. Infatti è sempre più attivo e funzionale il circuito delle “Sale di comunità” come luogo della multimedialità che oggi raggiungono il numero di mille e che il ministro dei Beni e delle Attività culturali, Dario Franceschini, ha definito “autentico presidio culturale di tante piccole comunità italiane”. Stiamo riattivando il circuito delle sale cinematografiche, trasformandole in sale multi-funzione. Lo Stato italiano è interessato a questo problema. E’ un grande valore nel momento in cui molte sale commerciali di cinema sono costrette a chiudere".

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