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Culture
Teatro, Sartre e lo spazio angusto dell’io

Teatrovivo.

di   Lucilla Noviello

Una claustrofobica condanna dentro lo spazio angusto dell’io. Il testo di Sartre contrae l’essere nella regia di Coltorti.

L’opera di Jean Paul Sartre in cui egli scrive e fa pronunciare la famosa frase che l’inferno sono gli altri - A porte chiuse - è in scena fino al 22 dicembre al teatro Stanze Segrete di Roma, diretta e interpretata da Ennio Coltorti insieme con Anna Clemente Silvera, Adriana Ortolani e Gianfranco Salemi. E’ un testo a tratti complesso, in cui i personaggi, oramai trapassati, sono rinchiusi in uno spazio illuminato  da un’impietosa luce bianca, in un eterno tempo senza sonno, obbligati alla compagnia coatta di personaggi altrettanto impietosi e sconosciuti, il cui pirandelliano modo di essere non corrisponde fino in fondo a quello che chi li ha conosciuti vivi  probabilmente descriverebbe. Un uomo e due donne, un accompagnatore forse diabolico o forse solo poco perspicace; un tempo terreno che fugge ancor di più davanti a loro, che spesso lo osservano, di quanto sfuggisse quando erano in corpo; una pena spirituale e un caldo fisico che persiste. Una tristezza lunga come il rimpianto e contemporaneamente l’illusione di poter cambiare il giudizio definitivo. La morte non è piacevole per i protagonisti; all’inizio sembra essere addirittura transitoria, perche dantescamente non sono abituati al loro unico stato di anime. Ma Sartre non ha pietà. E il dubbio umano serve soltanto a confermare la natura poco allegra del dubbio stesso. Nessuno troverà una soluzione, né nella disperazione e neppure nell’ironia. Ridere, nel diabolico inferno di cui sono diventati ospiti, non li diverte davvero né può donar loro crescita intellettuale. Li lascia lì, nella consapevolezza di ciò che oramai sono per sempre, senza che tale consapevolezza possa in alcun modo arricchirli. Sono quel che sono. E si guardano così. Non è motivo di maggior disprezzo la passata propensione sessuale né lo è la vigliaccheria. Tutto è eguale. E il piccolo spazio in cui gli attori si muovono – spesso troppo poco attivi, per la verità – è una mera prigione, in cui l’io sta, sosta, molto stretto.

A porte chiuse, di Jean Paul Sartre. Regia di Ennio Coltorti. Con Ennio Coltorti, Anna Clemente Silvera, Adriana ortolani e Gianfranco Salemi. Al Teatro Stanze Segrete di Roma fino al 22 dicembre e poi in tournè in tutta Italia.

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