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Culture
Ultimo: “Il successo è una cosa semplice. Succede e basta”
Foto Facebook

Di Andrea Lorusso 

Ultimo è un ragazzo di 23 anni prima di essere il cantante che dopo il tutto esaurito registrato con il tour nei palazzetti ha fatto quasi sold-out in 24 ore di prevendita per San Siro del prossimo anno, trentamila ticket al Circo Massimo di Roma, e ben tre dischi di studio nello stesso anno assieme nella top ten delle vendite. Record storico in questo 2019 in cui abbiamo visto tanti mostri sacri dei grandi spazi, come Ligabue – Pausini – Antonacci, soccombere alle gradinate vuote.

Tuttavia ha mostrato i muscoli dell’anima, quella consapevolezza che affiora soltanto nelle persone cresciute a pane e sensibilità. In un post su Facebook ha voluto rispondere agli interrogativi di molti giovani smarriti e speranzosi: “Molte volte tanti ragazzi come me mi chiedono se c’è stato un trucco o un qualcosa in particolare per aver fatto accadere tutto ciò. Non ho mai saputo rispondere ma forse ora le cose pian piano che le sto vivendo e metabolizzando, riesco a capirle.”

E continua: “Io penso che in questo ambiente fatto di storie Instagram e foto pubblicate agli orari giusti perché sennò le vedono meno persone, sia rimasto poco spazio per la spontaneità. Penso che oggi dove tutto è usa e getta, dove si fanno foto anche alle cose che non ci colpiscono particolarmente perché ‘tanto non si sa mai…’, si stia perdendo lo stupore.”

Ricordandoci come l’esistenza non sia nient’altro che un casello autostradale, ci porta esattamente alla fine della strada che imbocchiamo: “Non perdiamo la vita dietro a inutili cazzate, giochi stupidi per riempire i vuoti. Penso che l’unica cosa che può salvarci, sia stare con la gente semplice che non ti chiede nient’altro che esserci. Ecco, se dovessi dirvi cosa secondo me ho avuto la fortuna di avere, è questo: persone sincere vicino. Smettetela di programmare le vostre vite per destinarle al successo. Il successo è una condizione, non una meta.”

Cosa più che rara in un mondo fatto di invidie, livori, arrivismi e materialismi bolsi. Specie nel patinato red carpet della musica, e soprattutto detto da chi il successo l’ha appena assaporato, così giovane, senza eccessi di sorta: “Io non vinco solo su un palco. Io vinco a cena con un amico. Anzi, forse come persona è proprio lì che vinco. Mi dispiace vedere che molti in questo ambiente si isolino allontanando le persone che ci sono sempre state, per inseguire questo ‘successo’ che successo non è. Non incitate le persone al raggiungimento di like sempre più alti, neanche ad arrivare a diventare famosi, perché non parliamo di realizzazione personale, ma di realizzazione obiettiva secondo il punto di vista del mondo.”

Ha capito meglio e prima di tanti altri che vivono i numeri come uno show in cui esibire chi ce l’ha più grosso (l’evento realizzato), che in fondo le lodi sono effimere e prive di profondità: “Io mi sento realizzato ora, e non c’è nessuno a chiedermi una foto, nessuno a dirmi che l’ho salvato con la musica, nessuno che mi fa i complimenti. Sto con la gente con cui sono cresciuto, sono realizzato per questo.”

Avere radici ben piantate nel terreno che ci ha forgiato permette di raggiungere vette altissime senza dimenticare di guardare dove poggiano i piedi, e soprattutto senza essere sradicati da sé stessi, riflesso che ci farà essere sempre fieri allo specchio. Non imitate, non inseguite, non scimmiottate, non idolatrate. Il messaggio di Ultimo è chiaro, siate voi stessi e allora sì che arriverà il plauso duraturo – del vostro cuore.

Fb @andrealorusso1991

 

 

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