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Culture
Unesco: l'arte dei muretti a secco patrimonio immateriale dell'umanità

La pratica rurale dell'arte dei muretti a secco - appartenente a Cipro, Croazia, Francia, Grecia, Italia, Slovenia, Spagna e Svizzera - e' stata iscritta nella lista degli elementi dichiarati patrimonio culturale immateriale dell'umanita' dell'Unesco. La decisione annunciata con un post sul profilo Twitter dell'organizzazione, che si congratula con gli otto Paesi europei che hanno presentato la candidatura e' stata approvata all'unanimita' dai 24 Stati membri del Comitato, riuniti a Port Louis. E' la seconda volta, dopo la pratica tradizionale della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria, che viene attribuito questo riconoscimento a una pratica agricola e rurale.

"Ancora una volta i valori dell'agricoltura sono riconosciuti come parte integrante del patrimonio culturale dei popoli - commenta il ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio - il nostro Paese si fonda sull'identita'. I nostri prodotti agroalimentari, i nostri paesaggi, le nostre tradizioni e il nostro saper fare sono elementi caratterizzanti della nostra Storia e della nostra cultura. Non e' un caso quindi che, dei 9 elementi italiani riconosciuti dall'Unesco patrimonio immateriale dell'umanita', ben 4 appartengano al patrimonio rurale e agroalimentare. Un risultato che conferma l'importanza di questo comparto nel nostro Paese e quanto sia fondamentale, come Governo e come cittadini, non dimenticare mai le nostre radici. Ecco perche' e' necessario continuare a investire nella promozione e nella valorizzazione, anche a livello internazionale, delle nostre produzioni agroalimentari e dei nostri territori". Nel 2010 la 'dieta mediterranea' e' stata iscritta come primo elemento culturale al mondo a carattere alimentare nella lista Unesco; nel 2014 il riconoscimento della 'coltivazione della vite ad alberello' di Pantelleria, primo elemento culturale al mondo di carattere agricolo riconosciuto dall'Unesco; nel 2017 e' stata la volta dell''arte del pizzaiuolo napoletano'. La candidatura della pratica rurale dell'arte dei muretti a secco e' stata portata avanti dal ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo in sinergia con il Maeci e con la Commissione nazionale Unesco.

Nella motivazione dell'Unesco si legge: "L'arte del muri a secco riguarda tutte le conoscenze legate alla costruzione di strutture di pietra ammassando le pietre una sull'altra, non usando altri elementi se non le pietre stesse e a volte terra a secco. E' uno dei primi esempi di manifattura umana ed e' presente a vario titolo in quasi tutte le regioni italiane, sia per fini abitativi che per scopi collegati all'agricoltura, in particolare per i terrazzamenti necessari alle coltivazioni in zone particolarmente scoscese". E ancora: "Le strutture a secco sono sempre fatte in perfetta armonia con l'ambiente e la tecnica esemplifica una relazione armoniosa fra l'uomo e la natura [...] La pratica viene trasmessa principalmente attraverso l'applicazione concreta alle particolari condizioni di ogni luogo in cui viene utilizzata", spiega ancora l'organizzazione, ricordando che spesso i muretti a secco "svolgono un ruolo vitale nella prevenzione delle slavine, delle alluvioni, delle valanghe, nel combattere l'erosione e la desertificazione delle terre, migliorando la biodiversita' e creando le migliori condizioni microclimatiche per l'agricoltura".

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