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Culture
Venezia, al via la Biennale 2016 tra architettura e impegno sociale
Venezia, Biennale Architettura 2016

Dai progetti in bambù di Simone Velez alla casa di fango del Bangladesh di Anna Heringer. Sarà aperta al pubblico da sabato 28 maggio a domenica 27 novembre 2016, ai Giardini e all'Arsenale, la 15esima mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, "Reporting from the Front", diretta dal cileno Alejandro Aravena. 

La Mostra sara' affiancata da 65 Partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all'Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 5 i paesi presenti per la prima volta: Filippine, Lituania, Nigeria, Seychelles e Yemen. Trentatré sono gli architetti under 40.

 

 

Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero dei Beni e delle Attivita' Culturali e del Turismo, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, e' stato affidato al team curatoriale TAMassociati: Massimo Lepore, Raul Pantaleo, Simone Sfriso.

L'intento è mostrare al pubblico cosa significa migliorare la qualità della vita lavorando al limite, in circostanze difficili, affrontando sfide impellenti; cosa occorre per essere in prima linea e conquistare nuovi territori. Tutti obiettivi che obbligano a concentrarsi su soluzioni semplici, votate all'ecologia e alla pertinenza, che diano risposte alla povertà e all'ingiustizia nel mondo.Temi che irrompono in tutta la loro attualità nel padiglione della Germania dove grandi varchi nei muri rappresentano i confini aperti ai rifugiati.

"La signora sulla scala che abbiamo scelto come immagine, salendo sui gradini piu' alti, puo' scrutare un piu' vasto orizzonte e, cosi' facendo, conquista un suo "expanded eye". E' un'immagine che ci e' subito piaciuta - dichiara il Presidente dell'ente culturale veneziano Paolo Baratta - anche perche' un po' rappresenta la Biennale tutta, le nostre attitudini, le nostre finalita'". "Che cosa vede davvero la signora? Credo soprattutto - riflette Baratta - un suolo desolato fatto di immense zone abitate dall'uomo delle quali l'uomo non puo' certo andare orgoglioso, realizzazioni molto deludenti che rappresentano un triste infinito numero di occasioni mancate per l'intelligenza e l'azione della civilta' umana. Molte realta' tragiche, altre banali che sembrano segnare la scomparsa dell'architettura. Ma vede anche segni di capacita' creativa e risultati che inducono a speranza, e li vede nel presente, non nell'incerto futuro delle speranze e dell'ideologia".

"Durante un suo viaggio in America del Sud - racconta Alejandro Aravena - Bruce Chatwin incontro' un'anziana signora che camminava nel deserto trasportando una scala di alluminio sulle spalle. Era l'archeologa tedesca Maria Reiche, che studiava le linee di Nazca. A guardarle stando con i piedi appoggiati al suolo, le pietre non avevano alcun senso, sembravano soltanto banali sassi. Ma dall'alto della scala, le pietre si trasformavano in uccelli, giaguari, alberi o fiori". Per il direttore della Mostra, dunque, la 15esima Internazionale di Architettura la speranza e' che la kermesse offra "un nuovo punto di vista, come quello che Maria Reiche aveva dall'alto della scala".

Oltre al classico appuntamento ci sono tre progetti speciali:

- il primo, nella sede espositiva di Forte Marghera, dal titolo "Reporting from Marghera and Other Waterfronts", analizzera' progetti significativi di rigenerazione urbana di porti industriali, contribuendo a stimolare una riflessione sulla riconversione produttiva di Porto Marghera;

- l'accordo di collaborazione con il Victoria and Albert Museum di Londra trovera' un suo primo passo nel Padiglione delle Arti Applicate alle Sale d'Armi dell'Arsenale, con il titolo "A World of Fragile Parts", a cura di Brendan Cormier;

- infine, in previsione della conferenza mondiale delle Nazioni Unite - Habitat III, che si terra' a Quito in Equador dal 17 al 20 ottobre 2016, e nel contesto del programma Urban Age, organizzato congiuntamente dalla London School of Economics e dalla Alfred Herrhausen Society, la Biennale allestira', sempre alle Sale d'Armi, un Padiglione dedicato al tema Report from Cities: Conflicts of an Urban Age, curato da Ricky Burdett, con particolare attenzione al rapporto tra spazi pubblici e spazi privati.

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La Biennale di Venezia: il Padiglione dei Paesi Nordici “In Therapy" - La mostra nel Padiglione dei Paesi Nordici mette ‘in terapia’ Finlandia, Norvegia e Svezia, offrendo un’inedita lettura dell’architettura scandinava contemporanea in “chiave psicanalitica”.

'Riteniamo che si tratti di una raccolta incredibilmente solida di progetti indicativi dell'ampiezza, della profondità e delle sfide ricche di sfumature che gli architetti scandinavi (e, per estensione, l'architettura in Finlandia, Norvegia e Svezia) stanno affrontando attualmente', afferma David Basulto che ha curato l'installazione insieme a James Taylor-Foster aiuto-curatore.

“La mostra mette faccia a faccia Finlandia, Norvegia e Svezia - tre paesi con storie, culture e atteggiamenti diversi di fronte al design - nello spazio ristretto dei giardini (l’ubicazione del Padiglione dei Paesi Nordici a Venezia), affrontando percezioni epreconcetti dell’architettura scandinava tramite l’analisi quanto più diretta possibile della sua manifestazione concreta”, aggiunge Taylor-Foster.

Tutti i progetti alla ribalta verranno presentati in modo che i visitatori possano comodamente e liberamente
esplorare una “istantanea fisica” degli ultimi nove anni (2008–2016) dell’architettura scandinava contemporanea. La panoramica verrà inoltre affiancata da una raccolta di riflessioni filmate, che mostreranno le connessioni e i conflitti tra l’architettura e la società scandinava in senso generale. 

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