500 milioni per la ricerca nel settore delle acque e nell'agroalimentare
Parte il programma europeo Prima per i Paesi dell'area Mediterranea
Le acque superficiali e sotterranee sono risorse essenziali per la sopravvivenza di intere nazioni. Mantengono l’equilibrio microclimatico e salvaguardano la biodiversità. Crescita demografica, cambiamenti climatici provocano però una sensibile riduzione di queste risorse e di quelle agroalimentari. La ricerca e l’innovazione in questi due settori può pertanto rappresentare uno strumento importante per il dialogo e la cooperazione fra i paesi euro-mediterranei e per uno sviluppo economico e sociale sostenibile e duraturo nel tempo.
Questo è il segnale che proviene dal programma di cooperazione internazionale Prima che nei prossimi dieci anni gestirà oltre mezzo miliardo di euro nell’innovazione dei sistemi alimentari, delle tecnologie per la sostenibilità e la sicurezza in agricoltura, dell’uso efficiente delle risorse idriche. Ci sono circa 500 milioni da spendere in dieci anni, 220 milioni arriveranno dalla Commissione europea nell’ambito del programma quadro per la ricerca Horizon 2020, oltre 300 milioni dai 18 Paesi partecipanti, di cui 11 dell’UE (Francia, Spagna, Italia, Portogallo, Grecia, Malta, Cipro, Slovenia, Croazia, Lussemburgo e Germania) e sette extra Ue, come Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Tunisia e Turchia.
“Si tratta del più grande e importante programma mai lanciato per l'area del Mediterraneo, sia in termini di investimento economico sia per numero di nazioni coinvolte”, sottolinea Carlos Moedas, commissario europeo per la ricerca, la scienza e l'innovazione. Presso la Federico II di Napoli, prima tappa di un tour nel Mediterraneo, la presentazione del progetto di cooperazione che sarà operativo dal 2018. “Ci sono voluti cinque anni di intenso lavoro per raggiungere questo traguardo che è finalizzato alla cooperazione euro mediterranea con il contributo determinante del Miur che, come leader del programma, ha sempre creduto nell’importanza strategica dell’iniziativa. Entro il 2017 partiranno i primi bandi finalizzati a promuovere la collaborazione tra enti di ricerca, aziende ed altri stakeholders per un totale di 500 milioni, l’interazione sarà basata su principi di condivisione dei benefici: equal footing, co- ownership, common interest, shared benefit”, anticipa ad Affaritaliani.it, il presidente di Prima Foundation, Angelo Riccaboni, ordinario di economia aziendale presso l’università di Siena, a conferma del ruolo direttivo e di coordinamento svolto dall’Italia già nella fase di costruzione dell’iniziativa.
“Prima parte dalla convinzione che per affrontare le grandi sfide ambientali e sociali del Mediterraneo -afferma il rettore della Federico II, Gaetano Manfredi- ricerca innovazione debbano svolgere un ruolo centrale nella realizzazione di sistemi agricoli più sostenibili e per un migliore uso dell’acqua. In questo quadro lo sviluppo delle imprese del settore alimentare possono contribuire alla crescita economica e sociale dell’area, anche ai fini della gestione dei fenomeni migratori”. Prima è anche un programma di riferimento per importanti piani di azione nazionali come quello per la Bioeconomia.