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Economia
730 precompilato: 5 consigli pop per non sbagliare (e pagare)

Ogni anno molte persone si cimentano, nei mesi di Aprile e Maggio, ad interpretare, verificare e successivamente correggere il modello precompilato che trovano nelle pagine web dell'Agenzia delle Entrate. Nella terra dei cachi (infatti il manuale delle istruzioni di ben 112 pagine è proprio dello stesso colore) non sempre è semplice leggere cosa troviamo e cosa no nel modello precompilato ma soprattutto non è specificato come approcciarsi alla verifica dei dati contenuti nel precompilato.  Ho pensato pertanto di darvi 5 consigli in stile FiscoPop sui 5 errori più comuni che rilevo quando vengo contattato per la compilazione telematica del modello 730 precompilato.

1. Mai fidarsi troppo del Fisco e delle proprie interpretazioni.

Fisco amico, ma non troppo: se è vero che l’operazione precompilata viene pubblicizzata ogni anno come un successo dell’Amministrazione Finanziaria è bene sottolineare che spesso è la stessa Agenzia delle Entrate a commettere errori che poi non reclamizza.

Controllare sempre tutti i dati proposti nel modello con attenzione; meglio se li stampate in bozza così da rendervi più semplice il controllo unitamente alla mia guida (gratis al link https://www.dropbox.com/sh/uj6215k9y7hbefe/AAAMGffU8Ja3zitgZtqIPVq1a?dl=0) sia con le istruzioni ministeriali (link http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/file/Nsilib/Nsi/Normativa+e+Prassi/Provvedimenti/2018/Gennaio+2018+Provvedimenti/Provvedimento+15012018+730+2018/730_2018_istruzioni.pdf). Sappiate che nel modello 730 precompilato 2018, così come d’altronde successo negli scorsi anni, sono stati segnalati diversi “strafalcioni” da parte del Fisco: genitori che si sono trovati improvvisamente senza figli, lavoratori che si sono trovati senza reddito o con i giorni lavorativi superiori a quelli effettivi, per non parlare della gestione dei rimborsi e del bonus “Renzi” non sempre gestita adeguatamente.

Il primo frequente errore dei contribuenti è credere che l’Agenzia delle Entrate sappia realmente tutto di noi: così non è (Diciamolo! Ma per fortuna!)

Dopo aver effettuato l’accesso al vostro modello 730 precompilato prestate particolare attenzione alla correttezza dei dati indicati: partendo da quelli dell’anagrafica, fino ad arrivare alle spese detraibili. Proprio su queste, inoltre, vi consiglio di verificarle con particolare attenzione, partendo dalle spese mediche, fino ad arrivare agli interessi passivi del mutuo o alle spese di ristrutturazione effettuate in condominio controllando sempre con i documenti in vostro possesso e che dovete avere conservato nel corso del tempo.

Se si nota che non sono stati indicati alcuni degli oneri detraibili sostenuti nel 2017 sarà possibile apportare le necessarie modifiche a partire dal 2 maggio 2018. Vi ricordo che purtroppo, modificare il modello 730 precompilato comporta uno svantaggio rispetto ad accettarlo così com’è: si potrà essere soggetti a controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate (Altro che lo sbandieramento che non ci sono controlli!) Quindi, se l’alternativa è rinunciare a detrazioni o deduzioni spettanti di diritto che consentono di risparmiare sulle tasse da pagare, tanto vale correre il rischio di essere tra i contribuenti nel mirino del Fisco!

2. Non fare tutto da soli. Chi fa da se paga per...

Come anticipato nel precedente punto, sono ben 112 le pagine di istruzioni per la compilazione del modello 730/2018, precompilato e ordinario. Un vero e proprio manualone scritto con caratteri compressi (giusto per ridurre le pagine) e tabelle fatte spesso con un linguaggio tutt’altro che semplice da decifrare per chi, di Fisco, non è proprio esperto. E' vero che l’Agenzia delle Entrate guiderà il contribuente alla compilazione e alla modifica del modello 730 precompilato (attendiamo di capire come andranno le chiamate telefoniche di chi deve dare assistenza senza avere i documenti sottomano) ma è bene chiarire che fare la dichiarazione dei redditi non è cosa da tutti.

Professionisti abilitati e CAF sono spesso una valida “alternativa” alla precompilata, soprattutto quando in ballo ci sono spese importanti da portare in detrazione: pensiamo, ad esempio, ai lavori di ristrutturazione, per i quali è possibile scaricare il 50% dell’importo fino ad un massimo di 96.000 euro di spesa. Il consiglio è, in questi casi, di affidarsi alla consulenza fiscale e alla professionalità di esperti in materia. In questo caso sarà necessario preparare e consegnare tutti i documenti necessari per la compilazione del modello 730/2018. Attenzione che se vi rivolgete ad un CAF o a un professionista abilitato, nello studio deve aver esposto la propria documentazione assicurativa vigente (è obbligatoria) a garanzia di eventuali errori da parte sua.

Eventuali controlli formali da parte dell’Agenzia delle Entrate per gli errori del 730 verranno effettuati direttamente al CAF/professionista che, inviando la dichiarazione dei redditi, ha apposto il proprio visto di conformità e quindi ha accertato la veridicità dei dati trasmessi.

Se invece sei tra quelli sicuri di volere e saper compilare il 730 da solo, il consiglio è di leggere la guida mia “guida pop”- punto per punto - e il manuale dell'Agenzia delle Entrate dove hai dubbi o trovi dati non corretti.

3. Non buttare fatture e scontrini

Spesso i contribuenti pensano che essendo “tutto telematico” (si fa per dire) non serva conservare alcuna documentazione cartacea, né - di conseguenza - richiederla (si pensi ai bonus o alle spese mediche sulle quali così non si mette neppure il bollo). Assolutamente No! Conserva sempre fatture, scontrini e tutti i documenti necessari per beneficiare delle detrazioni fiscali, anche e soprattutto dopo aver compilato e trasmesso il 730 all’Agenzia delle Entrate.

I documenti potranno essere richiesti in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate e dovranno essere utilizzati per dimostrare l’effettiva spettanza delle agevolazioni fiscali richieste.

In particolare gli scontrini/fatture stampati su carta chimica è meglio fotocopiarli. I documenti del modello 730/2018 dovranno esser conservati fino al 31 dicembre 2023 (alla faccia della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione).

4. Hai sbagliato? Puoi correggere il 730 da solo, ma solo una volta.

Hai inviato il 730 online ma successivamente ti sei accorto di aver commesso errori? Per una volta (ma una soltanto) l’Agenzia delle Entrate consente al contribuente di correggere autonomamente la propria dichiarazione dei redditi precompilata; chissà perché? A partire dal 28 maggio, fino al 20 giugno 2018 sarà possibile annullare la dichiarazione corretta, modificata, inviata senza integrazioni: il modello 730 precompilato potrà essere annullato online direttamente dal contribuente una sola volta. Con l’annullamento, la dichiarazione precedentemente tramessa verrà completamente cancellata e il contribuente dovrà inviare un nuovo modello 730/2018 precompilato entro la scadenza ordinaria che, ricordiamo, è fissata al 23 luglio 2018.

Se purtroppo hai nuovamente sbagliato ancora, dovrai necessariamente richiedere assistenza fiscale ad un CAF o al tuo professionista abilitato. In questo caso sarà necessario inviare un 730 integrativo o utilizzare il modello Redditi correttivo: cambiano scadenze e tipologia di situazione soggettiva da considerare e ovviamente questo comporterà costi aggiuntivi in quanto il modello integrativo va ricaricato nuovamente.

5. Non dimenticare le scadenze: dopo purtroppo si pagano le sanzioni.

Mi ricollego al paragrafo precedente; partiamo considerando quelle che sono le scadenze da rispettare per chi deve correggere il modello 730/2018 già inviato:

·       entro la scadenza del 25 ottobre 2018 sarà possibile inviare il 730 integrativo ma solo quando la correzione e integrazione della dichiarazione comporta un maggior credito, un minor debito o un’imposta invariata;

·       negli altri casi, se la correzione comporta una situazione di sfavore al contribuente si dorvrà inviare il modello Redditi correttivo del 730 entro il  31 ottobre 2018;

·       rimane la possibilità, se hai sbagliato il modello 730/2017 (non hai inserito una detrazione o una deduzione che ti porta un maggior credito o non hai inserito un reddito soggetto al pagamento delle imposte) di fare un Modello Unico integrativo entro il 31 ottobre 2018, così da recuperare il credito nel presente modello 730/2018 (ovviamente questo dato non compare nel precompilato) o sistemare quanto dovuto con il ravvedimento operoso (pagando una minor sanzione).

In ambedue i casi sarà obbligatorio passare tramite un CAF o un professionista.

Uno degli errori più comuni è sicuramente quello di dimenticare la scadenza. Ricordo quindi di segnare in rosso sul calendario la data del 23 luglio 2018: è l’ultimo giorno in cui sarà possibile inviare il 730.

In caso di dimenticanze si potrà inviare il modello Redditi, che scade il 31 ottobre 2018, senza l’applicazione di sanzioni. In caso di ritardo maggiore sarà possibile regolarizzare la propria posizione con l’invio tardivo della dichiarazione dei redditi, beneficiando della riduzione delle sanzioni con ravvedimento operoso.

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