Rimborsi 730, dove sono finiti?
"Dovevano essere erogati con la busta paga di giugno. Se la P.A. ritarda nessuna sanzione, mentre se lo fanno i cittadini vengono colpiti dagli interessi"
Dove sono i rimborsi del 730 che avrebbero dovuto essere erogati con la busta paga di giugno per chi ha consegnato la documentazione, in tempo, già nel mese di aprile/maggio? Se lo chiede il tributarista Alberto De Franceschi, che fa presente: " I CAF, professionisti o sostituti d'imposta abilitati e per finire gli stessi contribuenti che si sono avvalsi della procedura messa a disposizione dal portale dell'Agenzia delle Entrate (730 precompilato), dovevano trasmettere/confermare il 730/740 entro il 10 giugno scorso, cosa che è stata fatta in molti casi. Ma oggi nessuno ha ricevuto alcun rimborso né i sostituti d'imposta (o i loro consulenti del lavoro) hanno trovato il flusso telematico nel portale per poter liquidare i rimborsi del 730".
Come si legge a pagina 7 delle istruzioni del modello 730, il termine di luglio per effettuare i pagamenti dei rimborsi ai dipendenti è perentorio, "per cui noi operatori siamo stati costretti a correre affinché i contribuenti potessero ricevere i rimborsi spettanti nel cedolino paga di luglio, avendo rispettato i termini di trasmissione. Come è indicato pure nel portale dell'Agenzia delle Entrate, questa ha 10 giorni di tempo per mettere a disposizione i flussi per il rimborso, cosa che evidentemente ha disatteso".
"C'è poi da considerare che il mese di giugno per molti è il mese in cui si riceve la 14^ mensilità che poi viene pagata a luglio - rileva De Franceschi - e questo genera un versamento fiscale a luglio più alto dell'ordinario, permettendo così maggiori rimborsi e minori rateazioni, in caso di debiti da 730. Il rimborso, però, non c'è stato, in quanto grazie alle proroghe (fatte a ridosso della scadenza per cui di poca efficacia) si è generata una rincorsa generale alla scadenza che ha prodotto disagi a operatori e contribuenti".
"Se il contribuente non rispetta le scadenze o paga in ritardo, viene colpito da sanzioni e interessi - conclude De Franceschi -, quando invece questo è da attribuirsi alla P.A., questa non viene sanzionata, e ciò crea un'evidente disparità di trattamento giuridico e normativo".