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Economia

di Andrea Deugeni
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@andreadeugeni

"Non vedremo dei risultati eccellenti. Nel Paese c'è qualche settore che è ripartito e che fa da ascensore, mentre tutti gli altri purtroppo arrancano ancora". Risponde così ad Affaritaliani.it Alberto Baban (nella foto in basso, di fronte), vicepresidente di Confindustria, numero della Piccola Industria dell'associazione  di Viale dell'Astronomia e uno dei principali sostenitori della candidatura di Vincenzo Boccia alla successione a Giorgio Squinzi, su come si evolverà la congiuntura economica e se il governo riuscirà a centrare quest'anno gli obiettivi di crescita del Pil fissati nel Documento di economia e finanza (Def).  C'è "grande fiducia", però, nello scenario della politica economica che dovrebbe riuscire a contrastare, anche grazie alle potenzialità insite nel dna delle imprese italiane, la debolezza del commercio internazionale. Con una indicazione: "Il Far East sta scricchiolando. Accelerare nel riposizionamento verso mercati stabili, come gli Stati Uniti".
 

L'INTERVISTA

Dagli ultimi dati dell'industria provengono segnali di sofferenza, anche dall'auto, il settore che da oltre un anno stava trainando tutto l'aggregato. Il neopresidente della Confindustria Vincenzo Boccia ha appena gelato il governo Renzi, confermando la "ripartenza", ma negando l'esistenza di una vera e propria ripresa economica. Cosa sta succedendo?
"In realtà, si tratta di fotografie di avvenimenti già accaduti alla fine dello scorso anno, quando la situazione sul commercio internazionale aveva iniziato a registrare sentori classici di debolezza. E' il Far East che sta scricchiolando, proprio come modello".

E quindi?
"Le nostre imprese, che hanno la necessità di costituire un riposizionamento e il ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda lo ha anche un po' anticipato, devono guardare di più agli Stati Uniti, un Paese stabile che ha il vantaggio di aiutare a costruire con più facilità mercati di sblocco. E' un'operazione che, però, richiede tempo e molta fatica".

Cosa prevede per i prossimi mesi, dal punto di vista della congiuntura?
"L'Europa, mercato da noi italiani sempre giudicato come poco fertile, sembra più stabile. Le aziende italiane, soprattutto quelle di piccola e media dimensione, si stanno riposizionando con forza ed entusiasmo. Al netto dell'insorgere di disequilibri come, ad esempio, quello del credito locale, sono positivo. Anche se credo che non vedremo dei risultati eccellenti".

Nel Documento di economia e finanza, il governo Renzi ha tagliato le precedenti stime sulla crescita del Pil 2016, abbassandole dall'1,6% all'1,2%: target raggiungibile?
"Quando dico che 'non vedremo dei risultati eccellenti', mi riferisco esattamente a questo. Nel Paese c'è qualche settore che è ripartito e che fa da ascensore, mentre tutti gli altri, purtroppo, arrancano ancora. Al di là dei commenti che si possono fare su quella o questa parte politica, rilevo che il nuovo modello di business che si sta strutturando e che riguarda il mondo intero ha bisogno di risorse impressionanti. Quindi, qualsiasi governo che ritiene di centellinarle è fuori strada. Il mondo è in totale stravolgimento. La svolta dell'Industria 4.0, poi, richiede non solo molte risorse, ma anche molto tempo. E' necessario quindi che il governo accompagni le imprese nel costruire business e quella crescita dei ricavi che le mette poi nelle condizioni di fare il salto dimensionale. In più, è necessario che in azienda ci siano una serie di caratteristiche molto precise".

baban
 

Quali?
"Grande originalità nel prodotto, capacità nell'idearlo e grande esperienza manifatturiera. Fattori che il nostro Paese ha nel suo dna, una leva da azionare esponenzialmente in aziende che durante la crisi hanno dimostrato una vera e propria capacità di resilienza".

La presidenza Boccia dovrebbe incassare a breve da Renzi i provvedimenti in favore delle Pmi e all'orizzonte ci sono anche il taglio strutturale del cuneo fiscale e un primo anticipo del taglio dell’Irpef. Se anche i sindacati poi decideranno di sedersi al tavolo, come chiesto da Boccia, per mettere mano ai contratti, le imprese avrebbero fatto l'en-plein...
"C'è grande fiducia sullo scenario. Oggi, visto che la finanza sta attraversando una crisi di grande ripensamento liberando capitali in cerca di opportunità d'investimento, le imprese che hanno le caratteristiche che ho accennato e che puntano sull'innovazione, possono rappresentare delle ottime fonti di guadagno".

Lei proviene dall'operoso Nordest. Come mai il Veneto si è sempre disunito nella corsa per la presidenza della Confindustria, non riuscendo mai a esprimere come territorio un numero uno della confederazione? Lei stesso, poi, era fra i papabili per succedere a Giorgio Squinzi, ma poi...
"All'inizio ci si rende tutti disponibili. In un secondo momento, poi, si cerca di rendersi conto se ci sono le possilità e le condizioni per correre, altrimenti bisogna farsi da parte. Peccato che il Veneto si disunisca sempre e che riesca ad esprimere poco in termini di cariche associative rispetto, invece, al grande valore imprenditoriale che riscontro sul territorio. In regione, c'è l'errata convinzione che le cariche associative non competano a gente operosa. Putroppo non è così: le esigenze di rappresentanza richiedono anche l'impegno concreto in confederazione".

Tags:
confindustria alberto baban piccola industria





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