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Economia
A2A in manovra, presenta offerta per Sorgenia e studia nuova joint-venture

Risiko in corso sullo scacchiere energetico italiano, in particolare nel Nord Est. Dopo che ieri Hera ha siglato un maxi accordo relativo a clienti e distribuzione gas con la trevigiana Ascopiave, toccherà ad Agsm Verona, Aim Vicenza e A2A trovare un primo accordo sulla cui base aprire un tavolo di trattative in esclusiva per dar vita a una joint-venture che, sulla traccia di quanto già realizzato da A2A lo scorso anno con la multiutility del Nord, dovrebbe prevedere il conferimento di asset da parte di A2A in una nuova entità derivante dalla fusione tra Agsm e Aim. In questo modo A2A, che Equita Sim ha appena inserito nella sua lista di “top pick” per il 2020, dovrebbe arrivare a detenere il 30% della nuova multiutility del Triveneto, nella quale i Comuni di Verona e Vicenza manterrebbero la maggioranza.

Lo schema avrebbe già avuto il via libera informale dei futuri soci, anche se le trattative in esclusiva saranno decisive per definire i dettagli dell’accordo, in particolare la selezione degli asset che A2A potrebbe apportare (Verona e Vicenza puntano su rinnovabili, distribuzione gas, clienti e capacità impiantistica del settore ambiente). Nel frattempo A2A, in tandem con Eph (la società dell’imprenditore ceco Daniel Kretinski, di recente salito all’onore delle cronache per essere entrato nel capitale di ProsiebenSat.1) ha depositato la propria offerta vincolante per Sorgenia: la società, tra i principali operatori del mercato libero dell’energia elettrica e del gas naturale, è partecipata dai principali istituti di credito italiani (Mps ha il 22%, Banco Bpm il 21,5%, Ubi Banca il 18%, Intesa Sanpaolo e Unicredit il 10% entrambe), dopo una conversione di debito in equity che nel 2015 portò all’uscita di Cir e Verbund dal capitale. Gli altri contendenti che hanno depositato un’offerta vincolante sono il fondo F2i (affiancato dal fondo spagnolo Asterion), Iren e Contourglobal.

Nel perimetro della cessione rientra anche il 50% di Tirreno Power in mano a Sorgenia (l’altro 50% fa capo a Engie Italia), anche se la centrale di Vado Ligure, riconvertita dal carbone al gas, resta al centro di un processo per disastro ambientale dal quale starebbe peraltro emergendo come non si sia mai realmente verificato un rischio per la salute pubblica e non vi fosse dunque motivo né grave né urgente per procedere al sequestro dell’impianto.

In attesa di vedere come proseguirà il risiko energetico italiano e quale ruolo avrà in concreto la multiutility lombarda, A2A guadagna terreno a Piazza Affari, dove il titolo oggi guadagna un altro punto percentuale avendo già messo a segno un +3% nelle precedenti cinque sedute di borsa, beneficiando anche della notizia di un finanziamento da 150 milioni con periodo di disponibilità di 36 mesi e utilizzabile in più tranches con durata di 15 anni, accordato alla società dalla Bei e destinato a supportare l’estensione e la realizzazione di reti smart nei comuni di Milano, Brescia e provincia, a supporto dell'elettrificazione e della transizione energetica. Gli investimenti oggetto del finanziamento, precisa una nota di A2A, consentiranno un risparmio stimato in 33.000 tonnellate di CO2 all’anno.

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