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Economia
Abertis, i Benetton piacciono a Madrid. Cordate valutano la contro-Opa...

Di Giulio Mancini

Il silenzio della politica spagnola sullo shopping dei Benetton in Spagna rivela che a Madrid, il cambio di proprietà del primo operatore autostradale del Paese non disturba. Negoziare con un operatore europeo come Atlantia, quando ci sarà da rinnovare le concessioni in scadenza potrebbe essere più semplice, rispetto alla possibilità, non così remota, di trovarsi di fronte un fondo d’investimento asiatico o anglosassone. Le intenzioni espansionistiche della Cina in materia di infrastrutture all’estero sono state annunciate in pompa magna proprio tre giorni fa dal presidente Xi Jimping: con oltre 100 miliardi di dollari da spendere in giro per il mondo, si possono comprare molte cose, anche in Europa.

Le infrastrutture per i trasporti interessano sempre di più anche i grandi fondi d’investimento, spinti in questo settore dalla penuria di rendimento. Tutto tace anche nei palazzi di Barcellona, dove hanno casa Abertis ed il suo primo socio Caixa, due nomi di riferimento dell’orgoglio catalano, paragonabili, in ambito economico e finanziario, al Barcellona FC nel calcio. Nessuna presa di posizione neanche in Italia, che sul tema dei trasporti e delle infrastrutture ha sempre mostrato grande attenzione. Dieci anni fa, l’aggregazione a parti invertite tra Abertis ed Autostrade fu bloccata dall’allora ministro Antonio Di Pietro.

Sembra che i Benetton questa volta si siano mossi bene, perlomeno dalla politica non dovrebbero arrivare problemi. I soldi per finanziare l’operazione da 16,3 miliardi di euro sono già pronti ed il prezzo pare adeguato . Serve solo il via libera del primo socio di Abertis, per il momento reclutante a dire di sì all’offerta. Stamattina un portavoce di Criteria Caixa, la holding che controlla La Caixa, ha affermato che la risposta arriverà al più presto tra tre settimane, un rinvio della decisione che in ambito finanziario ha una sola spiegazione: prendere tempo nell’aspettativa che qualcuno si faccia avanti con un prezzo più alto.

In ambito finanziario, questa ipotesi viene considerata poco probabile, in quanto un singolo fondo non sarebbe in grado, da solo, di mettere sul tavolo una simile quantità di soldi. Per rilanciare e superare i Benetton, i tanti soggetti potenzialmente interessati a imbarcarsi in un investimento dalle prospettive interessanti, dovrebbero consorziarsi. Ma mettere in piedi una cordata in un mese è molto difficile, anche se non impossibile, per cui, al momento, i Benetton si trovano in una posizione di favore, con basso rischio di dover ritoccare all’insù il prezzo.

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