A- A+
Economia
Acciaierie d'Italia, vendere singolarmente stabilimenti per salvare l'ex Ilva
(foto Ipa)

Ex Ilva, la possibile soluzione: vendere singolarmente gli stabilimenti ai primi dieci produttori d'acciaio italiani

Acciaierie d'Italia, ex ILVA, è un problema che si trascina da anni coinvolgendo dipendenti e proprietà. La questione, fra commissariamenti, rimandi ecc. non trova una soluzione adeguata e se mi permettete non ho ben capito perché.

Attualmente le strade, per una eventuale soluzione, potrebbero essere due: la prima con una iniezione di soldi nel capitale sociale (comunque all'ex ILVA servirebbero complessivamente circa 1,3 miliardi di euro), la seconda è la nazionalizzazione. Strade percorribili? Tutti conosciamo quali e quanti sono i problemi degli stabilimenti di produzione, ma in questo caso forse una terza via c'è.

LEGGI ANCHE: Ex Ilva, inchiesta sulle emissioni: carabinieri in fabbrica

Quando le cose per le aziende si mettono male siamo sempre abituati a chiedere sforzi ai dipendenti ed alle comunità dove hanno sede gli stabilimenti. Ora, non importa quanti e quali errori sono stati commessi negli anni, per colpa di chi o per cosa, oggi quello che conta è trovare una soluzione che possa soddisfare tutti, in questo caso un suggerimento l'avrei.

Partendo dal concetto che anche i sindacati devono fare la loro parte sarebbe interessante se gli stabilimenti fossero “venduti” singolarmente, magari ai 10 più importanti produttori d'acciaio in Italia che fatturano dagli 1 ai 5 miliardi di euro e sono: Marcegaglia Holding, Riva Forni Elettrici, Chimet, Finarvedi, Italpreziosi, Acciai Speciali Terni, Cln - Coils Lamiere Nastri, Fin Fer, Feralpi Holding, Afv-Acciaierie Beltrame.

Nulla vieta vi siano altre aziende. Nella sua gestione, di esperienze l'ex Ilva ne ha viste molte, ora per non tediare chi legge avevo pensato che sarebbe stato interessante fare uno spezzatino, vendendo i singoli stabilimenti, alle aziende di cui sopra in modo tale da non dover caricare tutto su un solo proponente.

Perché riferirsi alle aziende di cui sopra? Per due ragioni: la prima è che hanno l'esperienza necessaria per gestire, la seconda è che sono tutte italiane e quindi potremmo dire di continuare ad avere l'acciaio made in Italy. Per concludere non c'è scritto da nessuna parte che chi vuole o può rilevare l'ex ILVA non possa mettere in sicurezza i dipendenti e l'ambiente, magari con l'aiuto dello Stato italiano ed anche con il concorso dell'Europa.

LEGGI ANCHE: Ex Ilva, conferme dal governo: verso l'amministrazione straordinaria

Come si dice nel mondo finanziario l'ex ILVA potrebbe essere considerata “too big to fail” (troppo grande per fallire), allora ecco la domanda: vale la pena investire in attendismi, in avvocati e in cause che si protraggono per anni mettendo a repentaglio dipendenti, indotto e strutture? Soluzioni più semplici si possono trovare, ma è necessario siano fattibili. Giriamo questa proposta a chi di competenza per una possibile valutazione. Cum grano salis

Iscriviti alla newsletter





in evidenza
Fedez beccato al party di Capo Plaza con una ragazza bionda, ecco chi è

La foto che ha scatenato il gossip

Fedez beccato al party di Capo Plaza con una ragazza bionda, ecco chi è


motori
DS Automobiles consolida la sua presenza in Italia

DS Automobiles consolida la sua presenza in Italia

Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.