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Economia
Alitalia e Aeroitalia, marchi troppo simili? Il giudice: "Nessuna confusione"
Il nuovo aereo Ita

Ita Airways vs Aeroitalia. Il giudice conferma "Differenze sufficienti per evitare confusione"

Il Tribunale di Roma (sezione Imprese) ha emesso un'ordinanza riguardante la disputa tra Italia Trasporto Aereo Spa (la società proprietaria di Ita Airways) e Aeroitalia, rigettando la richiesta di tutela cautelare avanzata dalla prima. La questione verte sulla somiglianza tra i marchi Alitalia e Aeroitalia, con particolare attenzione ai colori e alla presenza della parola "Italia" nelle denominazioni.

Come riportato dal Corriere della Sera, nell'ottobre 2023, la Società Italiana Brevetti ha contestato il brand di Aeroitalia, sostenendo che esso fosse troppo simile a quello di Alitalia, marchio acquistato da Ita nell’ottobre 2021 per 90 milioni di euro e al momento non utilizzato. Il giudice ha respinto le richieste di tutela cautelare dopo aver esaminato attentamente i segni distintivi delle due aziende.

In particolare il tribunale si è soffermato sulle caratteristiche fonetiche, semantiche e visive dei marchi Alitalia e Aeroitalia. Il giudice, Andrea Postiglione, sottolinea che mentre Alitalia è un quadrisillabo con un'enfasi sulla parola "ala" evocativa del volo, Aeroitalia è un pentasillabo con un'associazione più significativa al concetto di "aria". Inoltre, il giudice ha osservato che nonostante entrambi i marchi includano la lettera "A" iniziale, la forma e la scrittura di questa lettera sono diverse, con Aeroitalia che presenta la "A" sotto forma di dittongo

Per quanto riguarda gli aspetti cromatici e stilistici, nonostante l'uso dei medesimi colori (rosso e verde per richiamare la bandiera italiana), i due marchi appaiono diversi sia nel font che nell'impostazione stilistica. Ad esempio, il logo di Alitalia presenta un'inclinazione e una disposizione differente rispetto a quello di Aeroitalia, e la lettera "A" assume un ruolo di maggiore rilevanza nel secondo logo.

LEGGI ANCHE: Alitalia, tolto il segreto alla vendita ad Ita: un dipendente toglie il velo

Complessivamente, il giudice conclude che l'insieme dei due marchi non risulta visivamente confondibile, nemmeno per un utente meno attento, e che questa distinzione si estende anche ai rispettivi loghi, dove sono evidenti le differenze nei colori, nella disposizione e nella rappresentazione grafica. "Non vi è neppure evidente prova, allo stato degli atti, che vi sia concorrenza sleale mediante sottrazione di clientela», commenta il giudice. "Ne è riprova il fatto che entrambe le società si professano in crescita con un trend di mercato ampiamente positivo e soddisfacente". 






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