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Economia
Alitalia, i lavoratori non sono irresponsabili

I vari telegiornali che in questi giorni su tutte le reti televisive vengono propinati nel denunciare con catastrofiche conseguenze il “gran rifiuto” dei lavoratori Alitalia, non evidenziano come le proposte di riforma volute anche dai sindacati confederali siano una ennesima vessazione da parte della politica Italiana per migliaia di lavoratori e di contribuenti con pesantissime ricadute sull’indotto economico, sull’economia del Paese e sull’immagine dell’Italia nel mondo. Non bisogna infatti sottacere come non siano stati i piloti , i cosiddetti “ Baroni dell’aria “ (una minoranza) i soli a rifiutare l’ennesimo pasticcio, combinato da governo e sindacati confederali, ma tutti i lavoratori, dai portieri del Palazzo agli operatori aeroportuali e ciò dovrebbe portare a riflettere i nostri Ministri.

Da qui una domanda: perché si è trattato con i sindacati confederali, che rappresentano una minoranza dei lavoratori interessati, e non con le unioni di base, maggioritarie?; forse perché è più facile trattare con vecchi amici della stessa estrazione sociale e (non) lavorativa piuttosto che con i rappresentanti di base che conoscono in prima persona le problematiche di una tipologia di attività e di lavoro del tutto atipica. E invece da parte di tutti i telegiornali, di qualsivoglia orientamento politico, ci sono tutti gli innuendo che condannano i lavoratori Alitalia per la loro irresponsabilità verso tutti e tutto il resto del Paese che in tutti questi anni ha versato miliardi nelle casse dell’Alitalia con il risultato di un deficit che si aggira sui sette miliardi di euro e che sarebbero confluiti nelle tasche dei lavoratori, che approfittando di questa cornucopia, hanno acquistato e vivono in appartamenti del centro di Roma( gomito a gomito con i politici e sindacalisti) o ville in zone di prestigio !!! (D’altronde, potendo, chi non ne approfitterebbe??)

La maggioranza dei lavoratori compresi i piloti, un pochino sofisticati , hanno invece scelto di vivere a Fiumicino paese o nelle borgate di Acilia o Dragona, o Ostia Antica ecc… Ma si dirà “Tutti i gusti sono giusti!!” Ma i fatti reali del perché si è scivolata in questo baratro economico sono altri e ben più drammatici con una storia che non può non partire da quando l’Alitalia era l’orgoglio della Nazione, quando era diretta dall’Ing. Bruno Velani, l’ultimo uomo “ Onesto” ma che, soprattutto. sapeva come funziona una compagnia aerea e che purtroppo l’ età lo costrinse ad andare in pensione . E, da allora, usando una frase attribuita a Luigi XV ( “après moi le déluge!”), il diluvio avvenne e la classe politica dirigente di allora, ignorante delle esigenze e delle cognizioni tecniche e gestionali di una compagnia aerea e per di più rapace, ha iniziato l’assalto alla diligenza, Infarcendo l’Alitalia di protetti politici senza nessuna conoscenza di trasporto aereo ed etica del lavoro in una azienda che allora era in parte statale e di conseguenza rispecchiava esattamente lo specchio dell’Italia di allora !! Eravamo negli anni settanta e la discesa era iniziata e come sempre peggiorava aumentando di velocità senza che il personale di bordo annunciasse “allacciatevi le cinture di sicurezza”.

Ci si chiederà: ma non c’erano in Italia uomini onesti e competenti per prendere la “cloche” della Compagnia? Si, c’erano, ad un certo punto della storia di Alitalia qualcuno si rese conto della situazione ed invitò Carlo Verri a prenderne il timone, lui accettò e ebbe appena il tempo di esporre tesi rivoluzionarie per la compagnia (tipo meritocrazia, onestà, etica) che perì in un incidente sul quale la magistratura non ci trovò nulla di sospetto. Gli venne intitolata una sala riunioni e tutto continuò come prima. Ma uomini competenti ci sono anche ora, e come se ci sono magari ricercandoli tra coloro che sono scesi dall’aereo per creare dal nulla piccole compagnie che si sono tenuti lontani dalla politica, che hanno lavorato ed hanno avuto successo.

Però questo non interessa il Palazzo. Ci si chiede, altresì, dove siano finiti questi famigerati sette miliardi? Escludendo che siano stati regalati ai lavoratori (farebbero più di 500.000€ a testa) possiamo pensare ad altre destinazioni??? L’informazione pubblica si è sempre scagliati contro i favoleggiati mega stipendi dei piloti, che sono comunque inferiori alla media Europea ( British, Lufthansa, Air France ecc…) e soprattutto inferiori agli stipendi della regina delle Low Cost la Ryan Air; ciò a fronte di una produttività uguale perché regolata per tutti dalla EASA ( Agenzia della sicurezza aerea Europea), con aerei che hanno lo stesso prezzo di acquisto, noleggio o gestione, con il carburante uguale nel costo, nonché tasse aereoportuali, tasse di sorvolo, manutenzione ecc… tutto uguale!!!

Da ultimo i telegiornali diffondono la notizia che Alitalia ha riserve di denaro per poche settimane e cercherà di fare cassa svendendo i biglietti da cui, peraltro, non avrà molto giovamento perché i biglietti sono già stati quasi tutti venduti !!!! Quello che rimane nel proprio animo alla luce di questa vicenda è non solo rabbia ma anche stupore pensando al perché una azienda che trasporta circa 25 milioni di passeggeri rispetto ad altre compagnie con pressoché identico numero di passeggeri e con lo stesso rapporto occupazionale, che ha slot invidiabili, i cui aeromobili viaggiano pieni, che vende tutti i posti in anticipo, come può perdere? Ed allora dove vanno a finire i soldi incassati ??

Purtroppo non ci sono quelle risposte provate che solo la Magistratura potrebbe ricercare avviando azioni di responsabilità anche patrimoniale nei confronti del management; è un atto dovuto nel rispetto di tutti i cittadini e di tutti i contribuenti i cui sospetti non possono non coinvolgere la capacità della struttura di alta dirigenza ed i contratti che nel tempo sono stati sottoscritti e che non sempre sono stati a vantaggio dell’Alitalia e del suo indotto di filiera.

Si dice che tutti sono capaci di protestare e pochi di agire, ma basterebbe con una bacchetta magica azzerare tutta la dirigenza che ha dimostrato di non saper lavorare nei vari settori di competenza ed inserire persone professionalmente adeguate che conoscano il funzionamento (molto complicato) di una compagnia aerea, che non siano scelti per altri meriti se non per la capacità di lavorare e produrre ricchezza per la compagnia e di conseguenza il Paese. Fatto questo, potranno utilmente esortarsi nuovi investitori ad affollarsi per partecipare e favorire un business, quale quello del trasporto aereo, che è e sarà, secondo quanto emerge dalle statistiche attuali e dalle previsioni degli economisti, il più remunerativo dei prossimi venti anni.

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