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Economia
Alitalia, il treno Fs è in ritardo. Verso il rinnovo del prestito ponte
LaPresse

La telenovela Alitalia prosegue: mentre Ferrovie dello Stato è impegnata nella ricerca di un partner industriale che potrebbe essere l'americana Delta, vecchia conoscenza dell'ex compagnia di bandiera italiana (visto che insieme ad altre compagnie come Air France, Klm, Aeroflot o Air Europa è partner dell'alleanza Sky Team di cui fa parte anche Alitalia) che ha fatto pervenire un'offerta "non vincolante", il governo sembra pronto a prorogare nuovamente il prestito-ponte da 900 milioni ad Alitalia, attualmente destinato a scadere il 15 dicembre.

Entro tale data in teoria Alitalia dovrebbe restituire i capitali ricevuti e pagare 100 milioni di euro di interessi, per un totale di 1 miliardo ma appare difficile che possa riuscirci. Il vettore, infatti, a fine settembre aveva circa 770 milioni di euro in cassa tra liquidità e depositi in garanzia e continua a volare in rosso perdendo ogni giorno oltre 1 milione di euro tanto che a fine anno il risultato netto dovrebbe essere una perdita attorno ai 450-500 milioni di euro (313 milioni di perdita è il risultato dei primi 9 mesi), dopo che negli ultimi 30 anni si sono accumulati, a danno dello stato italiano, ossia dei contribuenti, 7,4 miliardi di euro tra perdite e contributi per ricostituire il capitale come emerso da uno studio di Mediobanca.

La nuova proroga, sempre che si trovi il modo di attenere il placet dall'Antitrust Ue (cosa che la disputa in corso con Bruxelles sui conti pubblici potrebbe rendere ulteriormente poco agevole), dovrebbe essere di soli 3 mesi, il massimo o quasi che Bruxelles sembra disposta a concedere dopo due precedenti proroghe e che si spera basti alle Ferrovie dello Stato per organizzare l'ennesimo salvataggio. Salvataggio che dovrà tenere conto che ormai il mercato del trasporto aereo è un mercato maturo, che non sono più possibili aiuti di stato e che l'unica soluzione, come già evidenziato qualche giorno fa da sottosegretario allo Sviluppo economico, Dario Galli, sarà trovare partnership "con un grande vettore di trasporto aereo, che valorizzi le leve competitive e quello che è rimasto il valore del marchio".

Da parte sua il numero uno di Fs, Gianfranco Battisti, aspetta di vedere "quello che succede con le parti interessate" e "come entrare e partecipare" ad un " progetto importante per il paese, perché crediamo di fare una vera integrazione modale con stazioni, porti e aeroporti". Un'integrazione che potrebbe, pare, passare per l'estensione del servizio Freccia Rossa all'aeroporto di Roma Fiumicino già da metà dicembre (affiancando e non sostituendo la navetta Leonardo Express) e, in un secondo tempo, a quello di Milano Malpensa, con la contemporanea soppressione del servizio su tratte brevi come la Roma-Napoli o la Roma-Firenze.

Qualcosa di più si dovrebbe sapere già nelle prossime settimane visto che i commissari straordinari di Alitalia hanno ormai ultimato la loro relazione sulle offerte pervenute entro il 31 ottobre (quelle vincolanti di EasyJet e Fs, oltre a quella non vincolante di Delta) e l'hanno già trasmessa al ministro per lo Sviluppo economico, Luigi Di Maio. Da parte sua il ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli (che come Di Maio è del Movimento 5 Stelle) si è detto "molto molto fiducioso" visto che a suo parere l'offerta di Fs "è seria". Noi, ha aggiunto Toninelli riferendosi al governo, "vogliamo rilanciare l'Alitalia come vettore competitivo, non vogliamo salvarla", una dichiarazione che pare giustificare anche l'incontro avuto nei giorni scorsi dai vertici di Lufthansa e il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Armando Siri.

Nell'incontro, ha poi chiarito Siri, si sono "scambiate alcune informazioni": il vettore tedesco ha più volte detto di non essere interessato a entrare come partner in una società che vedesse la permanenza dello stato nel suo azionariato e fosse ancora da ristrutturare, ma di essere pronto a valutare partnership commerciali, ritenendo il mercato italiano "molto importante". Lufthansa potrebbe tornare sui suoi passi? "Spetterà a loro decidere se ci sarà una loro concretizzazione" ha spiegato Siri sottolineando come "al momento stiamo parlando di ipotesi" e non di offerte concrete.

Sullo sfondo resta poi l'ipotesi di un passo indietro di Luigi Gubitosi: il commissario straordinario è tra i consiglieri di Telecom Italia in quota Elliott e sembra poter essere nominato successore dell'estromesso Amos Genish in alternativa ad Alfredo Altavilla (pure nel Cda di Tim). Se così dovesse essere, saranno i due rimanenti commissari, Stefano Paleari e ad Enrico Laghi, a portare a termine la missione, ovvero con ogni probabilità consegnare Alitalia nelle mani delle Fs cui spetterebbe poi scegliere Delta (o Lufthansa) come partner industriale con cui tentare l'ennesimo e si spera definitivo rilancio dell'ex compagnia di bandiera italiana.

 

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