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Economia
Vendita Alitalia? Tanti nomi ma il piano di rilancio resta ancora un miraggio

Vendita Alitalia: : Il prestito ponte sale a 400 milioni ma nessun partner crede nel progetto e le perdite superano il milione di euro al giorno. Cercasi piano credibile e imprenditori coraggiosi che ad oggi non si trovano

Ne chiedevano otto e ne hanno ottenute 5 e a due condizioni non da poco. Parliamo delle settimane di proroga, la settima oramai, concesse ad Fs e Atlantia dopo il tira e molla delle ultime ore con il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, sul dossier Alitalia. Un accordo, in realtà, al ribasso per il Paese se pensiamo che da Chigi sono stati concessi non solo altro tempo, ma anche altri finanziamenti con il nuovo prestito ponte che, dicono, nell’ultima bozza sale da 350 a 400 milioni inserito nel decreto fiscale.

Si prende tempo, invece, perché una reale soluzione al problema non c’è, questo è chiaro. Meno chiaro, invece, è il progetto al quale si sta lavorando per salvare la compagnia di bandiera e, ancor meno, quanto potrà andare avanti questo balletto con un’Alitalia che perde oltre 1 milione di euro al giorno e un tavolo della trattativa al quale si alternano solo “perditempo”. Vedi il colombiano German Efromovich, che si fa avanti ma poi si scopre che ha lasciato 456 milioni di debiti alla United Airlines.

Vendita Alitalia: gruppo Toto potenziale acquirente ma intanto il Paese perde credibilità



Eppure il tempo stringe e l’unica cosa chiara è che serve un progetto certo e partner che ci credano e che magari non abbiano altre mire che non quella di entrare in una avventura imprenditoriale nuova. E’ uscito, qua e là, il possibile coinvolgimento del Gruppo Toto. La famiglia, sempre più rappresentata dalle nuove generazioni e in particolare dall’americanizzato Riccardo, non hanno mai nascosto la voglia di rituffarsi in questa impresa. Qualcuno poi ha fiutato che il Gruppo, oltre all’esperienza nel settore aereo e autostradale, ha anche asset di notevole valore: quelli in America valgono da soli oltre un miliardo e mezzo di euro. Certo che questa carta potrebbe essere usata per fare pressing su Atlantia. Ma se i Toto si sentissero strumentalizzati per la terza volta - dopo quella in cui Prodi alla loro proposta preferì la fallimentare rotta francese di Air France, e quella del “Piano Fenice” in cui, per il dietrofont di Passera, AirOne fu svenduta ad Alitalia - verrebbe certamente meno anche questa chance.

Che sia Toto o qualcun altro però i margini di successo si assottigliano ogni giorno, il Paese perde credibilità e la compagine creata ad hoc per il salvataggio firmato FS si sfalda dietro alla molteplicità di interessi collaterali. La situazione sembra incartata e forse una mossa a sorpresa da parte del Governo potrebbe aiutare. Continuare a concedere rinvii su rinvii e prestiti ponte che zavorrano i conti di ulteriori fardelli di certo non è la soluzione. Gli 11 mila lavoratori attendono e le possibilità di restare in vita, per la ex compagnia di bandiera, ormai sono ridotte al lumicino in un paese dove la Borsa precipita al ventesimo posto nel mondo e di capitani, anzi “comandanti coraggiosi” ce ne sarebbe davvero bisogno.

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