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Economia
Ex Ilva,Di Maio: "L'immunità non tornerà". E la Procura chiude l'Altoforno Due
Foto: LaPresse

"La reintroduzione dell'immunita' penale, voglio essere ben chiaro, anche in ragione di quanto ho appena espresso. Non esiste alcuna possibilita' che torni". Il ministro dello sviluppo economico Luigi di Maio nel corso del tavolo sull'ex Ilva di Taranto in corso al Mise chiude la porta all’ipotesi di reintroduzione dell’immunità pesale e cioè la cancellazione della la non punibilità per reati compiuti da altri. Fonti riferiscono che il numero uno del Mise abbia spiegato ai sindacati e all’azienda che “in questi mesi di interlocuzione ho sempre detto ad Arcelor Mittal che la dirigenza dell'azienda non ha nulla da temere dal punto di vista legale se dimostra buona fede continuando nell'attuazione del piano ambientale”.

“Se si chiede di precisare - ha aggiunto Di Maio - questo concetto attraverso interpretazioni autentiche anche per norma, siamo assolutamente disponibili. Ma nessuna persona in questo Paese potra' mai godere di una immunita' per responsabilita' di morti sul lavoro o disastri ambientali", ha concluso. "A proposito delle fonti di stampa relative al contratto siglato con ArcelorMittal, secondo le quali nel contratto sarebbe citata l'esimente penale, una modifica della quale legittimerebbe Mittal a sciogliere il contratto, preciso che non e' affatto cosi'. Nel contratto, cosi' come negli atti successivi, si parla esclusivamente della possibilita' di recesso in caso di annullamento o di modifiche sostanziali del DPCM 29 settembre 2017, ovvero del piano ambientale”, avrebbe aggiunto ancora il ministro dello Sviluppo economico. 

L'esistenza di questa clausola, infatti, e' stata aggiunta successivamente al nascere di ricorsi amministrativi volti all'annullamento del Dpcm. Ripeto dunque che mai, nel contratto cosi' come in nessun altro documento (accordo sindacale, addendum), viene citata espressamente, o anche solo implicitamente, l'esimente penale, disciplinata unicamente da norma di rango primario. E non poteva essere altrimenti, in quanto sarebbe stato impensabile disciplinare contrattualmente profili penalistici che sono rimessi alla sovranita' del parlamento”.

Intanto, arriva una nuova tegola sull'impianto tarantino. La Procura ha ordinato ieri lo spegnimento dell'Altoforno numero 2, che significa praticamente chiudere la più importante parte produttiva del siderurgico. Secondo i magistrati, al termine di una complicata vicenda penale che nasce dall'incidente sul lavoro che nel giugno del 2015 uccise l'operaio Alessandro Morricella, l'azienda non avrebbe rispettato tutti gli impegni presi per rendere più sicuro il luogo di lavoro.

Impegni grazie ai quali il tribunale aveva disposto il dissequestro dell'impianto. "Alcune delle prescrizioni a suo tempo imposte - si legge infatti nel decreto della pm Antonella De Luca, fatto notificare in giornata ai nuovi proprietari dell'Ilva - risultano attuate o non attuate soltanto in parte". Da qui la decisione di avviare lo spegnimento dell'Altoforno. 

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