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Economia
Atlantia, forte rimbalzo in Borsa. Il mercato con crede a revoca concessione
LaPresse

Atlantia respira in Borsa dopo il -22,2% in Borsa di ieri. Avvio positivo oggi infatti, in una Piazza Affari negativa, per le azioni del gruppo che controlla Autostrade per l'Italia, titolare della concessione autostradale A10 dove si trova il viadotto Morandi di Genova crollato venerdì scorso.

Al suono della campanella, il titolo Atlantia ha guadagnato il 5,68% a 19,34 euro con la capitalizzazione di mercato che risale sopra i 16 miliardi di euro  (a questi valori e' stata bruciata market cap per 4,5 miliardi in tre sedute; rispetto a ieri, quando si era attestata a 15,17 miliardi, il recupero e' inferiore a un miliardo). Alti i volumi di scambio: passano di mano 3,1 milioni di titoli, contro la media di 2,44 milioni per l'intera giornata registrata nelle ultime 30 sedute.

Ieri le azioni Atlantia hanno accusato la minaccia da parte del governo di revocare la concessione autostradale, in attesa che la magistratura compia tutti gli accertamenti per stabilire la causa del disastro. Scenario che che ieri in serata è semprato in parte perdere consistenza all'interno del governo.

In serata, l'agenzia di rating S&P ha messo sotto osservazione negativa il rating BBB+ del gruppo controllato dai Benetton. Il creditwatch negativo - che prelude a un possibile taglio del merito di credito - è dovuto alla "difficoltà di quantificare le conseguenze operative e finanziarie" del crollo.

I riflettori restano puntati sul tema della concessione autostradale ad Autostrade per l'Italia, con il vicepremier del M5S Luigi Di Maio su posizioni piu' radicali e Matteo Salvini della Lega su posizioni piu' caute. Il ministero dei Trasporti ha chiesto intanto alla societa' (che riunira' il cda straordinario il 21 agosto, il 22 ci sara' quello di Atlantia) di presentare entro 15 giorni un report che fornisca i dettagli degli adempimenti posti in essere per il funzionamento corretto del ponte e per la prevenzione degli incidenti e ha chiesto l'impegno al ripristino integrale del viadotto a costo totale della societa' entro un breve periodo di tempo. Infine, sono stati avviati accertamenti per valutare se ci siano stati inadempienze gravi da parte della societa'.

Secondo Equita, "il tema centrale in questa e' la forza del contratto di concessione e in particolare dell'indennita' di rimborso che dovra' essere assicurata ad Aspi (Npv dei cash flow del contratto originario al netto di penale del 10% ed eventuali danni)". Gli analisti hanno confermato la propria posizione, ovvero "che sia poco probabile una revoca della concessione, mentre ci aspetteremmo una fase di negoziazione che porti a maggiori investimenti/opex per Aspi. Permane l'incertezza regolatoria con il rischio di avviare una fase di lungo scontro legale". 

Il vero pericolo potrebbero arrivare dalle vendite sui titoli obbligazionari: i bond con scadenza luglio 2027 (circa un miliardo) ieri hanno toccato il minimo storico a 89 centesimi, record negativo anche per le obbligazioni con scadenza settembre 2029 (valore di 700 milioni) scivolate a 92 centesimi. "Chi ha i titoli ha paura, ma consiglio per ora di stare fermi, di mantenere il sangue freddo. Di non vendere, la botta ormai l'hai presa e magari poi risale, né comprare perché ci sono troppi elementi di incertezza con tempi, immaginiamo, lunghi", ha spiegato ieri all'Adnkronos Massimo Intropido, fondatore e responsabile di Ricerca e Finanza.

"Di fronte a un governo populista, senza background, con ministri di cui non si conosce neppure il curriculum, la gente vende. E' un esecutivo che non si sta muovendo in un quadro legale e non rispetta il contratto bilaterale", ha aggiunto senza mezzi termini un esperto che preferisce restare anonimo, "sorpreso" da alcune dichiarazioni del premier Conte rispetto ai termini del contratto con Autostrade per l'Italia. L'articolo della Convenzione Unica che disciplina la 'decadenza della concessione' prevede "la grave inadempienza da parte del concessionario rispetto agli obblighi previsti"; al concessionario oltre a una comunicazione formale - ad ora mai arrivata nelle mani di chi gestisce quel tratto dell'autostrada A10 - va garantito "un congruo termine", non inferiore a 90 giorni, "per fornire le proprie giustificazioni".

Nel caso di revoca delle concessioni, ipotesi che in diversi report si tende ad escludere, si potrebbe ino,tre aprire un balletto di ricorsi e controricorsi davanti alla giustizia amministrativa. "Stupisce la leggerezza di alcune frasi pronunciate da esponenti di primo piano del governo - ha aggiunto un altro analista finanziario - che sembrano evocare un'espropriazione dell'asset autostradale, una fattispecie che non ha mai avuto luogo in democrazie europee".

Se nessuno tra gli analisti interpellati vuol sentire parlare di "statalizzazione", c'è chi non ha nascosto che "la concessione è stata un pessimo affare per lo Stato - emerge anche in rapporti di Anac e Banca d'Italia in cui si parla di extra remunerazione per il concessionario - e un ottimo affare per i Benetton con effetti molto positivi sulla generazione di cassa" per il gruppo con utili pari a 1,1 miliardi e più volte interessato ad altre autostrade europee.

"Quello che potrebbe accadere - ha spiegato un analista - è che lo Stato proverà a ricontrattare queste concessioni ma è difficile, visto che alcuni documenti sono secretati, capire quale potrebbe essere il prezzo che potrebbero pagare i Benetton".

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