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Economia
Balneari, la risposta di Meloni all'Ue: "Possibili proroghe fino al 2025"

Meloni risponde a Bruxelles: strategia in due tempi per le concessioni balneari

La Commissione dell'Unione Europea ha ufficialmente ricevuto la risposta del governo Meloni riguardo ai rilievi espressi nel "parere motivato" sulla procedura di infrazione, concernente la mancata conformità alle normative europee sulle concessioni balneari. Un portavoce di Bruxelles ha dichiarato che la lettera sarà attentamente analizzata.

Nella missiva, il governo propone di concedere più tempo per risolvere la questione. Come riportato dal sito de Il Sole 24 Ore, si sottolinea l'importanza di continuare il dialogo trasparente con la Commissione europea e gli enti territoriali. Si prosegue affermando che è essenziale definire i criteri tecnici per valutare la scarsità della risorsa naturale, e solo in seguito sarà possibile riordinare organicamente e strutturalmente il settore "nella consapevolezza che solo sulla base degli esiti di tale ricognizione, in accordo con la Commissione europea e gli enti territoriali."

Secondo quanto emerge dal documento visionato dal Sole 24 Ore, la strategia del governo è chiara: il governo Meloni adotta una strategia in due tempi, con la speranza di risolvere la questione delle concessioni balneari in modo ponderato e in collaborazione con le istituzioni europee. Attualmente, la proroga tecnica per le concessioni sarà in vigore fino al 2024, con la possibilità di estenderla fino al 31 dicembre 2025, qualora gli enti territoriali segnalino impedimenti oggettivi. La proposta governativa è di completare il monitoraggio sulla scarsità della risorsa naturale, al fine di valutare la presenza di spiagge libere e limitare le gare nelle zone interessate. Il governo si impegna a concludere, entro quattro mesi, un primo confronto con le Regioni per definire i criteri delle procedure competitive. Successivamente, verranno sottoposti alla Commissione i risultati dell'attività istruttoria e consultiva per adottare provvedimenti normativi di riordino del settore.

Inoltre, si concede ai Comuni la possibilità di appellarsi a "ragioni oggettive" per evitare gare di rinnovo delle concessioni, con l'obbligo di rendere conto al giudice amministrativo, considerando la specifica situazione del territorio. 

LEGGI ANCHE: Balneari, ennesima mossa di Meloni per salvarli. Una norma per fregare l'Ue

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