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Economia
Banca Carige e Creval in difficoltà. Torna l'incubo sugli istituti italiani
Carige

Torna l'incubo dei fallimenti bancari. CARIGE e' stato sospeso per tutto il giorno e il Creval ha dimezzato le quotazioni in un paio di sedute. L'istituto valtellinese ha annunciato un aumento di capitale di 700 milioni provocando l'immediata reazione negativa della Borsa. Se l'intervento sul patrimonio non dovesse andare in porto non e' esclusa la necessita di procedere ad una fusione. Candidata principale e' la Banca Popolare di Sondrio allo scopo di presidiare la Valtellina e l'alta Lombardia. CARIGE e' finita sotto i riflettori alla notizia che non partira' (almeno per il momento) l'aumento di capitale di 560 milioni perche' il consorzio bancario (Credit Suisse,Deutsche Bank e Barclays) si e' rifiutato di garantire l'operazione prevista per lunedi' al prezzo di un centesimo per azione. E' stato immediatamente convocato il Cda di CARIGE la cui riunione si e' conclusa nel pomeriggio, ma la sessione resta aperta a oltranza in attesa di una soluzione. "Date le condizioni di mercato, non escludiamo che la banca sia posta sotto risoluzione", scrivono gli esperti di Banca Akros. Ovviamente le difficolta' della banca genovese hanno coinvolto l'intero settore. A motivare lo stop del consorzio all'operazione CARIGE e' l'assenza di un impegno formale da parte di chi oggi rappresenta oltre il 20% del capitale della banca. Impegni rimasti finora puri propositi verbali. "Senza un atto formale l'operazione non potra' essere garantita e presentata al mercato", spiegano gli esponenti del consorzio.

Va pur detto che nelle scorse settimane i tre maggiori azionisti - il gruppo Malacalza, il finanziere Gabriele Volpi e la famiglia Spinelli - avevano ventilato un'adesione pro-quota all'aumento da 560 milioni e perfino un impegno sull'eventuale inoptato. Malacalza ad esempio potrebbe portarsi vicino al 28% e Volpi vicino al 10%, anche se per il momento si tratta di pure ipotesi. Ieri invece, parlando a un'agenzia di stampa, Spinelli avrebbe manifestato la propria disponibilita' a investire. In queste ore le trattative tra la banca e il consorzio procedono, ma e' difficile prevederne l'esito. Convincere i piccoli azionisti, che da soli valgono la stragrande maggioranza del capitale e' un fatto fondamentale. Ma le dinamiche dell'aumento prevedono innanzitutto l'accordo con il consorzio di garanzia delle banche che, in caso di inoptato, si impegna a intervenire fino al completamento dell'operazione. Un passo fondamentale verso l'accordo potrebbe essere rappresentato dal si' di Unipol, che ha convertito i bond subordinati in senior e si e' garantita la possibilita' di partecipare all'aumento. Rispetto a un iniziale interesse, pero',la posizione di Unipol sembrerebbe esserci raffreddata. Per questo sarebbe addirittura partita ieri una missione dei vertici genovesi a Milano con l'obiettivo di convincere il consorzio di garanzia delle banche ad aderire. A questo si potrebbe unire un patto dei principali azionisti a sottoscrivere l'aumento, incassando a questo punto il si' del consorzio di garanzia delle banche. Si tratta ovviamente di ipotesi sulla strada che conduce al salvataggio e al rilancio di CARIGE.

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