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Economia
Banca del Piemonte, il commento settimanale sui mercati: il rimpatrio di Apple
Banca del Piemonte: nel commento settimanale dollaro debole, impatto della riforma fiscale USA su Apple e le grandi banche statunitensi e un focus su PIL Cina e azionariato giapponese.

Banca del Piemonte: nel suo commento settimanale sui mercati e sugli investimenti l'attenzione al tema della recente riforma fiscale negli Stati Uniti nelle vicende Apple e delle banche USA

 

 

Banca del Piemonte riporta nel suo commento settimanale la notizia riguardante i piani di Apple sul rimpatrio di disponibilità estere cioè dei capitali che saranno riportati negli Stati Uniti, con un impatto di 38 mld di $ per il pagamento di tasse e sulla creazione di 20.000 posti di lavoro grazie agli investimenti previsti nei prossimi 5 anni. Dal momento che Apple dovrà vendere parte degli asset detenuti per pagare le tasse, la notizia ha avuto quale effetto immediato vendite sull’obbligazionario ed acquisti di dollari, facendo salire i tassi e fornendo un supporto temporaneo alla valuta.

 

Il tema dell’impatto della riforma fiscale sul conto economico delle società americane è nuovamente evidenziato in seguito alla pubblicazione dei risultati di alcune banche USA. Goldman Sachs, proprio a causa di perdite una-tantum per la riforma approvata in dicembre, ha riportato la prima perdita trimestrale degli ultimi 6 anni. Una situazione simile si è riproposta anche per Bank of America ma va evidenziato che la notizia è comunque positiva al di là dell’impatto estemporaneo in quanto dimostra la forza di generazione degli utili delle due banche.

In ogni caso gli investitori saranno obbligati a porre sempre maggiore attenzione alle dichiarazioni delle società su come intendono adattarsi alla riforma, sui tempi e modi di un eventuale rimpatrio dei capitali e sulle modalità di reinvestimento degli utili generati dall’abbattimento dell’aliquota fiscale.

 

 

Banca del Piemonte, nel report si parla di dollaro debole e del tema shutdown USA

 

Il sentiment che caratterizza il mercato dei cambi è uno, ovvero quello di debolezza diffusa del dollaro contro tutte le principali valute. In una fase così positiva per il ciclo globale, il rialzo dei tassi USA in corso non è sufficiente a contrastare i flussi di capitale in uscita in cerca di investimenti produttivi al di fuori degli States, fattore assai veritiero per l’Euro, vista la ripresa ciclica dell’area e le aspettative di politica monetaria. Tuttavia ci sono forze che contrastano questa visione e di cui bisogna tenere conto, quali la riduzione del bilancio della Fed (ritiro netto di liquidità), il rimpatrio degli utili grazie all’aliquota agevolata ed infine il fatto che la riforma fiscale (col taglio della tassazione per le società) renderà molto più conveniente fare investimenti negli USA.

 

Contestualmente, aumenta l'attenzione al tema shutdown governativo negli USA: il mercato sarà obbligato a dedicarvi una sempre maggior attenzione nelle prossime ore.

 

 
Banca del Piemonte, focus su Cina e Giappone nel commento della settimana

 

 

L’azionario giapponese continua a stazionare su livelli elevati, nonostante l’ostacolo di uno Yen (in area 111) sui massimi da settembre contro dollaro. Banche e tecnologia, in particolare, stanno sostenendo il listino, mentre notiamo una marcata debolezza sui titoli del settore dei metalli industriali (acciaio e ferro in particolare). All’azionario giapponese inoltre non deve essere dispiaciuto il discorso di Kuroda in cui il Governatore della BOJ ha ribadito l’intenzione di mantenere l’attuale regime di politica monetaria fino al raggiungimento del target di inflazione: evidentemente il mercato dei cambi fiuta un diverso atteggiamento non permettendo una ulteriore svalutazione delle divisa.

Anche in Cina, a fronte di dati sulla crescita del PIL superiori alle attese (con vendite al dettaglio lievemente deludenti), il sentiment è robusto: si nota solo una piccola divergenza nel comportamento delle small cap cinesi (che rimangono fuori dalla recente euforia sul resto del mercato), su cui possono aver pesato le dichiarazioni del Regolatore circa l’istituzione di maggiori controlli sulla corporate governance e sullo shadow banking system funzionali al controllo del credito.

 

 

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