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Economia
Bancari, rinnovato il contratto: aumento di 190 euro al mese

Fumata bianca fra l'Abi e i sindacati sul rinnovo del contratto nazionale del credito che sarà valido fino alla fine del 2022. Dopo quasi un anno di trattative, gli istituti e le sigle che rappresentano i bancari hanno trovato infatti la quadra su un accordo che prevede, nella parte economica, un aumento di190 euro sulla figura media con sette scatti di anzianità.

L'aumento sarà erogato in tre tranche: la prima, da 80 euro, a gennaio 2020, la seconda da 70 euro a gennaio 2021 e la terza da 40 euro a dicembre 2022. Per quanto riguarda l'area contrattuale, sottolinea una nota, l'impianto resta in piedi e viene estesa alle lavorazioni di Npl e Utp.

L'accordo prevede poi, tra le altre cose, “l'abbattimento a carico delle aziende della penalizzazione del 10% sul salario di ingresso per i neoassunti, l'incentivazione sul Fondo per l'occupazione di 3.500 euro per le nuove assunzioni effettuate nel Mezzogiorno e il diritto alla disconnessione”. E' riconosciuto cioè il diritto dei dipendenti a non connettersi alle strumentazioni aziendali al di fuori dell'orario di lavoro. Sul fronte, infine, degli inquadramenti, c'è la cessione del primo e secondo livello “con innalzamento al livello superiore del parametro retributivo”.

“Abbiamo ottenuto anzitutto un importante riconoscimento economico per le lavoratici e i lavoratori, in linea con i risultati delle banche, gli utili conseguiti e i dividendi distribuiti agli azionisti. Con l'accordo, viene anche confermata la centralità del contratto nazionale rispetto agli accordi di gruppo”, ha commentato il segretario generale della Fabi, la sigla più rappresentativa fra i bancari, Lando Maria Sileoni, subito dopo la firma del nuovo contratto nazionale del credito.

“Per la prima volta - aggiunge - il contratto nazionale tutela, oltre ai dipendenti, anche i consumatori grazie all'inserimento dell'accordo sulle politiche commerciali che consentirà una condivisione sui prodotti venduti allo sportello e un controllo diretto sulle pressioni commerciali”. “Il protocollo del 2017, che già era una novità assoluta nel panorama bancario europeo - ha spiegato infatti Sileoni - viene recepito nel contratto nazionale acquistando ancor più peso anche a vantaggio dell'immagine e della credibilità dell'intero settore. Costringiamo i banchieri a sedersi al tavolo per definire le politiche di vendita”.

”Il nuovo contratto, inoltre, sarà un baluardo a difesa della categoria, un importante strumento di garanzia. E’ stato respinto il tentativo di Abi di contrattualizzare il lavoro ibrido”, ha concluso il sindacalista della Fabi.

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