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Economia
Banche: 14.000 esuberi al 2020 ma in 9 anni assunti 20.500 giovani

Nei piani industriali già approvati dei primi nove gruppi bancari italiani, sono previsti 30.114 esuberi: di questi, 16.434 già completati e 13.680 da realizzare nel biennio 2019-2020. Di contro, il Fondo per l’occupazione ha consentito in 9 anni (dal 2012) l’assunzione di 20.550 giovani (under 35). I numeri, elaborati dalla Fabi, sono anticipati dall'Agi. 
    Nel corso del 2018, nel dettaglio, sono stati assunti 1.538 “ragazzi”, quasi 150 al mese (6.657 nel 2012, 2.164 nel 2013, 2.126 nel 2014, 2.969 nel 2015, 2.585 nel 2016, 2.511 nel 2017). Circa il 57% delle assunzioni complessive ha riguardato personale femminile e il 43% il personale maschile. I nuovi ingressi hanno bilanciato gli esuberi del settore già completati, tutti gestiti solo con pensionamenti e prepensionamenti volontari.          
    Le crisi bancarie e gli esuberi sono state gestite con il Fondo esuberi e il Fondo per l’occupazione. Grazie a questi strumenti, fortemente voluti dai sindacati nel contratto, sono stati evitati i licenziamenti. Di contro in Europa, sono stati persi 470.000 posti di lavoro, il 70% dei quali con licenziamenti.


Ecco nel dettaglio i numeri sugli esuberi forniti dalla Fabi:

BANCA      Lavoratori in uscita    Lavoratori usciti  Totale

MPS     ?   2.250                   2.250               4.500
UNICREDIT  1.200                   3.250               4.450
BANCO BPM     -                    2.600               2.600
INTESA SP  4.850                   5.700               10.550
UBI BANCA  917                     1.089               2.006
BPER       1.700                   1.044               2.744
CRÉDIT
AGRICOLE   113                     330                 443
CARIGE     1.250                   -                   1.250
BNL        1.400                   171                 1.571
TOTALE     13.680                  16.434              30.114

 

Banche: in 4 anni faranno 45 mld di utili, giù costo personale

In quattro anni, dal 2017 al 2020, le banche italiane realizzeranno oltre 45 miliardi di utili, grazie anche a un taglio delle spese del personale e a un cost-income (il rapporto tra costi operativi e margine di intermediazione) fra i migliori di Europa. I numeri, elaborati dalla Fabi su dati Bce, Bankitalia e sulla base dei bilanci dei gruppi bancari, sono anticipati dall'Agi.     
    Numeri che dimostrano come il settore creditizio si sia rimesso in piedi, tornando alla redditività e asciugando il numero di dipendenti. Tanto che oggi le banche italiane hanno raggiunto efficienza operativa fra le migliori in Europa, con un costo del lavoro che pesa soltanto per il 30% dei ricavi.         Nel dettaglio, nel 2017 e nel 2018, sono già stati realizzati 10 miliardi di utili l’anno, con il miglior risultato dal 2009. Nel 2019 secondo stime Abi si arriverà a 10,9 miliardi e a 14,3 miliardi nel 2020. Anche i costi operativi, che comprendono spese generali e spese per il personale, sono diminuiti passando dai 60,6 miliardi del 2016 (32,2 miliardi per il personale), a 55,8 del 2017 (30,2 miliardi per il personale) e 54,8 del 2018 (28,5 miliardi per il personale). E secondo stime Abi questi costi continueranno a scendere nel 2019 e 2020 rispettivamente del 2,9% e del 2%.

Il cost-income è migliorato negli ultimi anni (63,6% nel 2018, media europea 64,1%) per due motivazioni principali: le minori spese amministrative e il costo del personale che nel 2018 è calato quasi dell’8%, soprattutto per i tagli. Tutti gli altri costi (amministravi, spese varie e consulenze) sono scesi del 4%. I costi operativi (personale e amministrativi) in Italia sono diminuiti anche rispetto ai ricavi (incidenza del 66,2% sul margine di intermediazione). Questi valori sono in linea con la media europea. Per i primi 5 grandi gruppi bancari (Intesa, Unicredit, Ubi, Mps, BancoBpm) il costo del lavoro è stato tagliato del 7,6% contro i ricavi dei 5 gruppi scesi solo del 4%.               
    Migliorano anche i coefficienti patrimoniali grazie agli aumenti di capitale e alle pulizie di bilancio (svendita crediti in sofferenza) imposti dalla vigilanza bancaria (europea e italiana).     
    Facendo un confronto con l’Europa, in Italia in 10 anni (dal 2008 al 2018) ci sono sempre meno sportelli (-25,5% contro il -27,7% dell’Ue) e calano anche i dipendenti -63.979 (-18,95) contro i 470.000 in meno dell’Ue (-17%).

Ecco nel dettaglio i dati forniti dalla Fabi su utili, costi operativi e cost income in confronto con l'Ue:

UTILI BANCHE
2017      10 miliardi (miglior risultato da 2009)
2018      + di 10 miliardi (9 miliardi euro per i primi 10 gruppi)
2019      10,9 miliardi (stima Abi: +1,3%)
2020      14,3 miliardi (stima Abi: +1,4%)

COSTI OPERATIVI (SPESE GENERALI E PERSONALE)
2016      60,6 miliardi (32,2 miliardi per il personale)
2017      55,8 miliardi (30,2 miliardi per il personale)
2018      54,8 miliardi (28,5miliardi per il personale)
2019      -2,9% = - 1,5 miliardi (stime Abi)
2020      -2,0% = - 1 miliardo (stime Abi)

IL COST/INCOME MIGLIORA PER LE BIG ITALIANE DAL 2017 AL 2018?
- Intesa e Unicredit sono sempre più efficienti: dal 64,7% al 63,6% ovvero meno 1,1%
- Svizzera (prime 2) da 81,8 a 77,7
- Gran Bretagna (prime 5) da 66,4 a 62,2
- Francia (prime 5) da 69,5 a 68,2
- Germania (prime 3) da 84,5 a 87,3
- Spagna (prime 2) da 54,7 a 52,1

COST/INCOME: LA CLASSIFICA DEI COLOSSI EUROPEI (% DEL 2018)
- Deutsche Bank       92,5
- Commerzbank         81,6
- Ubs                 77,9
- Credit Suisse       77,3
- Bnp Paribas         71,2
- Std Chartered       70,7
- SocGen              69,8
- Barclays            66,0
- Unicredit           64,3
- IntesaSanpaolo      62,7
- Credit Agricole     62,7
- Hsbc                59,8
- Abn Amro            58,3
- Ing                 54,3
- Santander           52,4
 

 

 

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