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Economia
Banche, il mercato fiuta le ricapitalizzazioni: nel mirino anche BancoBpm

Tirando le somme, il mercato sembra fiutare la necessità, se il quadro non migliorerà, di procedere a ulteriori cessioni e/o aumenti di capitale per oltre 15 miliardi di euro complessivi, di cui la parte del leone potrebbe spettare a Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm e Banca Carige (oltre eventualmente a Mps). In realtà Intesa Sanpaolo e Unicredit appaiono a molti analisti, tra cui quelli di Morgan Stanley, particolarmente solide, mentre anche Bper Banca e Credem parrebbero poter dormire sonni tranquilli visto che partono da livelli di Cet1 a fine 2017 particolarmente robusti e stanno procedendo con l’azione di derisking.

I rischi maggiori sembrerebbero pertanto correrli al momento Banca Carige, Mps (che comunque è controllato al 68% dal Tesoro) ed eventualmente Banco Bpm. Difficile dire se tutto questo si tradurrà concretamente in una richiesta di ulteriori esborsi per gli azionisti dei singoli istituti l’anno venturo, quel che è certo è che le quotazioni dei titoli finanziari italiani rischiano di restare ancora per molte settimane in balia di una elevata volatilità.

Quando potrebbe scattare l'ondata di ricapitalizzazioni? Gli analisti del Credit Suisse stimano che un livello di spread sopra i 400 punti base non sarebbe sostenibile e le banche sarebbero costrette a effettuare aumenti di capitale per rispristinare i coefficienti patrimoniali. "Lo spread sopra 400 punti base non è sostenibile. Un ampliamento di 200 punti base da fine giugno ridurrebbe il CET1 (coefficente patrimoniale, ndr) di 66 punti base in media, dal 12,53% a 11,87% per l'universo delle banche, facendo scattare aumenti di capitale", si legge in un report della banca elvetica. L'altro problema su cui s'interroga Piazza Affari è chi potrebbe sottoscrivere questa nuova raccolta di capitali per rafforzare i patrimoni, ma questa è un'altra storia.  

Luca Spoldi
 

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