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Economia
Bankitalia alza le stime sul Pil, ma "manca l'inflazione"

Bankitalia conferma che i segnali di una crescita solida ci sono, ma resta la debolezza sul fronte dei prezzi, la cui stabilità (che si traduce in un obiettivo di inflazione vicino al +2%) è scolpita nel mandato della Banca centrale europea. Nel Bollettino trimestrale di Via Nazionale si legge infatti che "l'espansione dell'attività economica mondiale resta solida e diffusa; permane, tuttavia, la generale debolezza di fondo dell'inflazione. Le prospettive di crescita a breve termine sono favorevoli".

Nel documento sono contenuti gli aggiornamenti alle stime sul Prodotto interno lordo dell'Italia. Secondo gli economisti di Palazzo Koch, l'anno scorso il Pil italiano dovrebbe essere cresciuto dell'1,5%, mentre dovrebbe salire dell'1,4% quest'anno e dell'1,2% nel 2019 e nel 2020. L'attività economica, si spiega, "sarebbe trainata principalmente dalla domanda interna; il contributo di quella estera netta, lievemente negativo nell'anno in corso, tornerebbe positivo nel biennio 2019-2020". Nel 2020 il Pil sarebbe inferiore di circa l'1,5% rispetto al livello del 2007, con un recupero di circa nove decimi della caduta subita tra il 2008 e il 2013. Nell'ultimo bollettino, Bankitalia anticipava di aspettarsi per il 2017 una crescita "leggermente superiore all'1,4 per cento prefigurato nel precedente quadro previsivo". Nel nuovo documento si annota poi come il ritmo di espansione sia ancora inferiore alla media europea.

Sul fronte dei prezzi, invece, l'inflazione scenderebbe temporaneamente quest'anno per poi tornare a salire in maniera graduale. La flessione prevista per il 2018 (all'1,1% in media d'anno), è riconducibile principalmente all'esaurirsi dell'effetto del rincaro dei beni energetici e alimentari registrato all'inizio del 2017.

Il recupero nel prossimo biennio, quando l'inflazione si collocherebbe attorno o lievemente al di sopra dell'1,5% in ciascun anno, rispecchierebbe soprattutto l'aumento della componente di fondo.

Ecco perché, quando ricorda le ultime mosse della Bce, il Bollettino ricorda che Draghi "ha ricalibrato gli strumenti di politica monetaria, preservando però, anche in prospettiva, condizioni monetarie molto espansive, che restano necessarie per un ritorno durevole dell'inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento".

Bankitalia sottolinea come la crescita italiana sia ancora dipendente dal sostegno delle politiche economiche espansive, "ma in misura minore rispetto al passato". Restano rischi e un richiamo: "Il quadro qui delineato dipende però dal proseguimento di politiche economiche in grado, da un lato, di favorire la crescita dell'economia nel lungo termine, sostenendo le scelte di investimento e di consumo e, dall'altro, di assicurare credibilità al percorso di riduzione del debito pubblico, sfruttando il momento favorevole dell'economia globale". Una stilettata implicita alle promesse di campagna elettorale.

Il documento annota il momento positivo sul fronte delle banche: "La crescita dei prestiti alle famiglie è vivace"; "aumentano anche i finanziamenti alle imprese, soprattutto a quelle manifatturiere"; "la qualità del credito bancario continua a migliorare, favorita dal consolidamento della crescita", alcuni dei passaggi sul punto.

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