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Economia
BankItalia, Borghi esulta sulle riserve. Ma la Bce lo gela: non si toccano

Autonomia della banca centrale a rischio, in violazione dei trattati. Minacce per la patrimonializzazione delle banche, il cui capitale è già debole. E per quanto riguarda la proposta di dare "l'oro agli italiani", sarebbe una violazione del divieto di finanziamento monetario. E' una sostanziale bocciatura il parere della banca centrale europea sulla proposta, prima firmataria Giorgia Meloni (Fdi) che propone la nazionalizzazione della Banca d'Italia, nonostante accanto agli elementi in violazione della legge evidenziati da Francoforte vi sia una richiesta di modifica di vari passaggi del ddl.

E lo stesso vale per la nazionalizzazione delle riserve auree: che anche se i Trattati non parlano di proprietà ma di "detenzione" e "gestione in via esclusiva", se trasferite dallo Stato patrimoniale di Bankitalia allo Stato "eluderebbe in divieto di finanziamento monetario ai sensi dell'articolo 123 del Trattato". La vede diversamente Claudio Borghi, presidente leghista della Commissione Bilancio della Camera, che twitta: "Ok da Bce a nostra proposta su proprieta' riserve auree Bankitalia. Proposta solo una minima modifica del testo. Vittoria. Non hanno potuto andare contro la situazione di proprietà di tutte le altre banche dell'Eurosistema dove l'oro è chiaramente statale".

In sostanza, il leghista intende ribadire la proprietà statale delle riserve auree in deposito presso Bankitalia, concetto che la Bce non nega. Per l'Eurotower, il diritto dell'Ue non disciplina il possesso, ma esclusivamente la gestione delle riserve auree da parte degli Stati membri dell'Eurozona e su questo l'istituto centrale è chiaro: quelle risorse non possono toccarsi perché attengono a uno dei principi cardine d funzionamento dell'Unione europea.

Per Claudio Mancini, deputato del Pd e segretario della Commissione finanze della Camera, "altro che vittoria, siamo di fronte a una sonora bocciatura. D'altronde, come ha detto Giorgetti, qualcuno ancora da' retta a Borghi?".

La Bce ricorda che "se una banca centrale nazionale è organizzata come un organismo di proprietà pubblica" sussiste il rischio che, in violazione dei trattati, "il proprietario possa esercitare influenza sui processi decisionali". Questa influenza "dovrebbe, pertanto, essere limitata per legge: ciò richiede che i partecipanti al capitale non abbiano influenza sulle decisioni in questi ambiti e che vengano evitati conflitti di interessi".

Altra richiesta della Bce chiede l'abrogazione, nel ddl Meloni, di una disposizione che impedisce all'assemblea dei partecipanti e al Consiglio superiore di Bankitalia di "interferire con l'esercizio delle funzioni relative al sistema europeo di banche centrali" assolte dal Direttorio: da qui il richiamo alle autorita' italiane, da Francoforte, a a valutare attentamente i possibili effetti diretti o indiretti indesiderati della proposta di legge sulla struttura proprietaria della banca d'Italia sull'indipendenza della banca d'Italia".

Sembra quasi esserci una vena d'ironia quando, poi, la Bce ricorda che il passaggio delle quote di proprieta' di Bankitalia dalle banche allo Stato al valore nominale di mille lire "potrebbe avere un impatto negativo sulla capitalizzazione del settore bancario, aspetto che, in via di principio, merita una certa attenzione".

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