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Economia
Bankitalia, Gentiloni difende Visco. Ma Renzi vuole il cambio al vertice

"Il Governatore non ē infallibile come il Papa, bisogna capire che noi stiamo esprimendo un giudizio non vogliamo mettere sotto accusa la Banca d'Italia". Matteo Orfini corre ai ripari dopo che mezzo PD si é smarcato dal j'accuse di Matteo Renzi a via Nazionale. Tutto nasce da una mozione dei Dem alla Camera in cui, in vista del rinnovo di Ignazio Visco (il governatore scade il 31 ottobre), il Pd chiede al governo di rafforzare l'efficacia della vigilanza sul sistema bancario. Fin qui, la cosa sembrerebbe non solo normale, ma sacrosanta considerati i guai delle banche (Banca Etruria paga per tutte). Dove nasce il problema? Dal fatto che Renzi non si ferma ad enunciare i desiderata, no. Va oltre, come suo solito, punta dritto sulle persone, vuole una figura più idonea a garantire nuova fiducia all'istituto centrale.

Delle polemiche seguite all'ennesimo exploit del Rottamatore sull'Arno avete letto. Walter Vetroni, padre nobile del partito appena "santificato" alla kermesse per i 10 anni del Pd, alza le barricate, quasi a pensare ad alta voce che davvero di questo Renzi non ci si può mai fidare. "La Banca d'Italia non si tocca. Ē un patrimonio di indipendenza ed autonomia per il paese" . "Deplorevole" boccia invece il gesto renziano l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano mentre lo stesso suo successore, il prudente Sergio Mattarella sente l'esigenza di rompere il suo abituale silenzio stampa per ribadire che va rispettato comunque l'interesse dell'Italia.

Ma perchē Matteo si ē deciso a rompere gli argini anche stavolta? Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it le ragioni sono sostanzialmente due; innanzitutto i Segretario Dem non ha voluto farsi spiazzare dai grillini che avevano firmato la mozione che chiedeva le dimissioni di Visco (mozione su cui, peraltro, Mdp si è astenuta), poi - come pochi sanno- la riconferma del governatore sembrava blindata ed a Renzi la cosa non andava giù perchē lui un candidato lo ha in serbo, uno che viene dalla stessa Bankitalia come Fabio Panetta, classe 1959, membro del Direttorio nonché vicedirettore generale di Bankitalia dall'ottobre 2012, economista con uno sguardo perennemente puntato verso Sud. Su Panetta punterebbe Renzi che però avrebbe in serbo anche un jolly: il nome di una donna, la stimatissima Lucrezia Reichlin.

Altro candidato - uomo forte di Bankitalia con solide relazioni trasversali, ma di natura profondamente "tecnica"- è il barese Salvatore Rossi oggi dg di via Nazionale, uno dei saggi chiamati da Napolitano nel 2013 ad indicare le riforme per la legislatura. Ora, non ē detto che Renzi riesca ad evitare la riconferma di Visco che ē sostenuto dal centro destra, ma anche in modo impalpabile eppure essenziale dal premier Paolo Gentiloni ed è stimato da Piercarlo Padoan (Tesoro) anche perchē, come dice lo stesso Silvio Berlusconi, bisognerebbe lasciare il compito della nomina al governo che uscirà dalle elezioni. "É tipico della sinistra occupare i posti di potere dopo il voto. Ora hanno fatto un passo in avanti" taglia corto Berlusconi " vogliono il potere anche prima delle elezioni". Intanto, l'audizione del governatore slitta a dopo la decisione sulla nomina a conferma del fatto che i tempi per il nodo- Bankitalia si stringono. Chi la spunterà?

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