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Economia
BankItalia,la prima di Mustier-Saccomanni. Modello Goldman Sachs per UniCredit

La prima del tandem Jean Pierre Mustier, fresco di nomina nel consiglio dell’Abi, e Fabrizio Saccomanni a Palazzo Koch per le considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Domani i vertici di UniCredit saranno presenti in platea in mezzo al gotha dell’economia e della finanza tricolore per ascoltare le analisi di Visco sull’andamento della congiuntura internazionale e italiana. Una novità visto che da quando Saccomanni, ex padrone di casa in Via Nazionale (ci è entrato nel lontano ’67 e ci è uscito nel 2013 da direttore generale), è diventato presidente di UniCredit, i due banchieri, che spesso partecipano in coppia a eventi istituzionali importanti come ad esempio l’assemblea di Confindustria la scorsa settimana, non hanno mai presenziato insieme alla kermesse annuale di Bankitalia.

unicredit
 

Dopo esser stato a lungo sotto i riflettori del risiko bancario europeo, anche per il naufragio delle nozze tedesche fra Deutsche Bank e Commerz, Mustier si prenderà dunque una pausa, mentre la sua prima linea di manager, appena messa a punto per disegnare le nuove strategie del piano industriale al 2023 che verrà presentato alla comunità finanziaria il 3 dicembre, sta lavorando alacremente per completare il vecchio piano Transform 2019, sui cui target la banca paneuropea è in netto anticipo.

Mentre a breve arriveranno novità dal punto di vista delle dismissioni immobiliari oltre confine che andranno a puntellare ulteriormente, come annunciato in occasione della vendita del 17% di Fineco, i coefficienti patrimoniali, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, il 58enne banchiere di Clermont Ferrand ha invece intenzione di prendersi tutto il tempo necessario per l’attenta ricerca della figura chiave del responsabile della divisione Finanza e Controllo. Casella rimasta ancora sguarnita (interim affidato al Ceo) dopo il varo della nuova organizzazione a febbraio e che andrà a completare la squadra di vertice di Piazza Gae Aulenti. Un team a diretto riporto dell’amministratore delegato che, oltre a disegnare le nuove strategie, dovrà anche realizzarle nel prossimo triennio. Oltre alle tradizionali attività di finanza (Cfo), al responsabile Finance fanno riferimento l’area comunicazione, il regulatory and institutional affairs, l’area strategy and m&a e quella del chief lending officer.

Unicredit banca
 

Una figura importante, ma che come le altre fa parte di una prima linea paritaria, in cui secondo un modello che Mustier ha mutuato direttamente dalla tradizione a stelle e strisce di Goldman Sachs e che ancora vige nell’altro big della finanza mondiale JP Morgan, si punta a far ruotare i banchieri nelle diverse posizioni di responsabilità del gruppo per consentire loro di acquisire competenze orizzontali da far fruttare al momento della decisione, che verrebbe così ispirata quindi da una consapevole visione d’insieme.

Mustier
 

In più, per calare dall’alto su tutta la struttura un approccio organizzativo improntato alla collaborazione, Mustier ha deciso di istituire le figure co-head ovvero la responsabilità della divisione, affidata sempre in maniera paritaria, a due manager.

E così a Francesco Giordano e a Olivier Khayat (e a loro riportano tra gli altri Andrea Casini e Remo Taricani, i due co-head per l'italia) sono andate le deleghe sul commercial banking Western Europe e a Gianfranco Bisagni e a Niccolò Ubertalli il commercial banking Cee. Ranieri de Marchis e Carlo Vivaldi sono i due co-chief operating officer. Completano l’organigramma Richard Burton, responsabile del Corporate &Investment banking che riferirà alle due aree commercial e Finja Kuetz, deputy Coo e chief transformation officer.

Inoltre, terminato il piano straordinario di rafforzamento del capitale da circa 22 miliardi, messa a punto una capillare pulizia di bilancio e inciso fortemente sul cost/income, nel passaggio alla nuova fase della banca che potrebbe non escludere anche una crescita per linee esterne, Mustier ha deciso di eliminare la figura del direttore generale, casella ora ricoperta fino a giugno da Gianni Franco Papa, servito in una logica di transizione come punto di raccordo tra l’amministratore delegato e il top management. Una scelta approvata a febbraio dal board, che piace alla Vigilanza e che punta ad allineare la banca alle best practice europee. La figura del direttore generale infatti non è presente negli altri campioni europei come Intesa-Sanpaolo, Bbva, Bnp-Paribas, Ing, Lloyds, Credit-Agricole e Deutsche Bank.

twitter11@andreadeugeni

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