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Economia
Bayer alza ancora l'offerta per Monsanto: sul piatto 58 miliardi

 

La più grande offerta di un'azienda tedesca per mettere a segno un'acquisizione che se andasse a buon fine creerebbe il primo gruppo mondiale sulla chimica agricola e alimentare e verrebbe stabilito un nuovo primato storico nell'M&A nel comparto della chimica. La Bayer ha rilanciato per la terza volta per comprare l'americana Monsanto, dicendosi pronta a sborsare 127,5 dollari in cash per ogni azione del colosso americano delle sementi per un prezzo totale di 64,8 miliardi di dollari (58 miliardi di euro circa) dai 64 miliardi dell'offerta, già migliorativa, di luglio. L'operazione attribuisce a Monsanto un valore equity di 56 miliardi di dollari a cui vanno aggiunti altri 9 miliardi di debito netto.

"I termini e le condizioni fondamentali non sono ancora state concordate, ma Bayer sarebbe disposta a pagare 127,5 dollari per ogni azione Monsanto solo in connessione con una transazione negoziata. Non ci può essere alcuna garanzia che le parti stipulino un accordo", ha comunicato Bayer al mercato in un nota diffusa stanotte escludendo così possibili offerte ostili. Nelle precedenti offerte la Big Corp tedesca aveva messo sul piatto prima 122 dollari a inizio estate, ammontare poi ritoccato al rialzo a 125. Secondo gli analisti, la Bayer però potrebbe arrivare sino a 130 dollari, con alcuni uffici studi come quello di Jefferies che si spingono fino a 140 dollari. In un settore che come ha appena comunicato l'associazione della chimica tedesca (Vci) ha registrato nel secondo trimestre dell'anno un rallentamento, la mossa di Bayer è dettata dalla necessità di rimanere al passo del processo di consolidamento in atto nel promettente segmento dell'agrochimica.

Le statunitensi DuPont e Dow Chemical sono infatti ormai prossime a perfezionare la loro operazione di fusione con successivo spin-off da cui nascerà una nuova azienda focalizzata sull'agricoltura, mentre Syngenta è ad un passo dall'essere acquisita dalla cinese ChemChina con un deal dal valore di ben 43 miliardi di dollari e le canadesi Agrium e Potash sono nel pieno di trattative per convolare a nozze. La stessa Monsanto è stata una delle protagoniste dell'M&A anche come predatore e non solo come preda. La società statunitense ha infatti tentato a più riprese l'anno scorso di rilevare Syngenta arrivando a delineare un'offerta di poco meno di 47 miliardi di dollari prima di abbandonare il campo per la riluttanza degli svizzeri ad aprire un tavolo negoziale (poi si è mossa sulla tedesca Basf).

E nelle precedenti avances del colosso di Leverkusen, dopo aver respinto la prima offerta, Monsanto ha rigettato anche la seconda esprimendo però la disponibilità a intavolare negoziati pur di ottenere un miglioramento delle cifre e lasciando le porte aperte ad altre proposte. Ora, gli americani hanno preso atto della nuova offerta non vincolante e ha parlato di trattative "costruttive" con la controparte. Oltre a un pressing dell'andamento del core business verso la diversificazione, il nuovo presidente Werner Baumann, che ha assunto il timone poco prima di lanciare la mega operazione, è ben consapevole delle prospettive di un settore industriale ad alto potenziale che dovrà sfamare una popolazione mondiale che, secondo le stime, dovrebbe crescere del 3% a 10 miliardi di persone entro il 2050 mentre la superficie coltivabile continua a diminuire.

Per il momento, alla Borsa di Francoforte la decisione di Bayer di alzare l'offerta per Monsanto ha determinato una reazione limitata sul titolo. Le azioni perdono solo lo 0,3% circa in quanto, secondo alcuni operatori, l'incremento è minimo e già ampiamente atteso dal mercato.

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