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Economia
Bcc: guerra dei numeri tra Iccrea e Cassa Centrale Banca
Continua la partita per il futuro assetto del credito cooperativo che prevede che il sistema sia guidato da una holding bancaria, con forma di società per azioni, che abbia un patrimonio di un miliardo. Le candidature ufficiali avanzate a capogruppo, comprensive dei progetti per la trasformazione e il rispetto di tutti i requisiti, a partire da quelli patrimoniali, sono Iccrea holding, gruppo romano sponsorizzato da Federcasse e Cassa Centrale di Trento (Ccb). 
 
Le riforme del credito cooperativo sono iniziate molti mesi prima di gennaio 2016, data di emanazione del decreto governativo, che lasciava intravedere soluzioni autoriformatrici ma dopo inutili trattative e negoziati, il modello di gruppo unico non è passato. Anzi, proprio il faticoso coordinamento dell’autoriforma ha forse provocato più inasprimenti che soluzioni. L’avvio del nuovo assetto del mondo delle banche cooperative, dovrà costituirsi entro aprile 2018.
 
Ed è ancora in corso la campagna di “reclutamento” degli oltre 300 istituti, contando che il requisito di appartenenza a uno dei due gruppi candidati, consiste nel mettere a disposizione del gruppo l’intero patrimonio di ciascuna Bcc. Dunque è chiaro che il futuro di ciascuna banca dipenderà dallo sviluppo e dall’efficienza delle altre banche, della capogruppo e dell’intero gruppo.  Ed è altrettanto ovvio che chi avrà più associati, deterrà più autorità e potere, per cui è inevitabile che il mondo delle Bcc stia attraversando un periodo non troppo sereno. 
 
Di sicuro, Iccrea ha un patrimonio maggiore rispetto Ccb e potrebbe avere un appeal migliore sulle Bcc, questo però non spaventa i trentini, come confermato da una dichiarazione del presidente Giorgio Fracalossi “La storia della Cassa dimostra come sia possibile coniugare un’offerta qualitativamente competitiva con un attento governo dei costi”.
 
Diverse Bcc ai vertici per dimensioni hanno già dichiarato la propria scelta, questo emerge da alcuni dati che evidenziano come circa un centinaio di istituti siano favorevoli alla Ccb, tra cui ChiantiBanca e le Bcc del Piemonte, del Veneto e del Friuli; mentre più di 150 istituti hanno strizzato l’occhio ad Iccrea, come la più grande la Bcc di Roma ed Emil Banca. A dispetto di quanto previsto, la Bcc di Palestrina non ha ancora sciolto le riserve ma è molto probabile che stia valutando operazioni di aggregazione al gruppo maggiore romano.
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bcc iccrea cassa centrale bancabcc guerra numeri





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