Bce, guerra intestina per il post-Draghi. Le manovre per escludere Weidmann
Il francese Benoit Courè è la candidatura alternativa più forte al nome del tedesco Weidmann, ma è in scadenza di mandato. Le sue dimissioni, però...
Prime schermaglie per la successione a Mario Draghi alla presidenza della Bce con 15 mesi di anticipo sulla scadenza del mandato dell'ex Governatore della Banca d'Italia. Il Wall Street Journal, in un lungo articolo sull'edizione cartacea, scrive l'agenzia Radiocor, indica che a Francoforte hanno appreso, sulla base di un parere legale, l'esistenza di una zona grigia nella legislazione europea che metterebbe in corsa il francese Benoit Coure', membro del Comitato esecutivo della Bce, per la presidenza.
Coure' cosi' come gli altri cinque vice di Draghi ha un mandato di otto anni e non e' rieleggibile ma dimettendosi dal suo incarico in anticipo rispetto alla scadenza (nel suo caso 31 dicembre 2019) avrebbe i requisiti legali per un fresco mandato di otto anni da presidente. "Da un punto di vista legale e' possibile" spiega un docente belga di legislazione europea interpellato dal quotidiano Usa che segnala, poi, uno "scetticismo o completa ostilita'" espressa in privato da "molti" dei 25 membri del Consiglio Direttivo Bce nei confronti del candidato piu' accreditato alla successione di Draghi: il governatore della Bundesbank Jens Weidmann.
Coure', lascia capire il quotidiano Usa, sarebbe per il suo standing e preparazione maturata al fianco di Draghi, la candidatura alternativa piu' forte al nome di Weidmann. Di quest'ultimo si sottolinea, con voci anonime, la "litigiosita'" e il fatto che sia risultato spesso in contrasto con le decisioni ad ampio consenso prese dai colleghi del board del Consiglio Direttivo. Caratteristiche che, evidentemente, qualcuno pensa possano tagliargli la strada nella corsa alla poltrona del banchiere italiano.