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Economia
Benetton e il tesoretto da tre miliardi. Borsa o socio faranno comunque bingo

Benetton ad un bivio: a tre mesi di distanza dalla scomparsa di Gilberto, la famiglia di Ponzano Veneto pare divisa su chi possa prenderne il testimone ai vertici della holding capogruppo Edizione Srl e si fa strada l’idea di nominare non più un familiare ma un manager, per i più esterno al gruppo, per superare ogni possibile contrapposizione tra i quattro rami familiari.

alessandro benetton
 

Ancora più importante, occorrerà capire se i Benetton preferiranno in tutto e per tutto il “modello Agnelli”, portando in borsa Edizione così come gli Agnelli fecero con Exor, o preferiranno imitare chi come gli eredi Gavio quota sì le partecipate, ma preferisce conservare lo status di società privata non quotata per la holding di partecipazione ai vertici del gruppo, aprendo il capitale a un socio finanziario forte come il fondo di private equity Ardian.

Due strade che comportano anche due diverse necessità. Lo sbarco in borsa, prevederebbe la massimizzazione della valutazione di mercato di Edizione. Exor, ad esempio, aveva a fine giugno scorso un Net asset value (Nav), ossia un patrimonio netto, di 23,9 miliardi di dollari (oltre 21 miliardi di euro).

Luciano Benetton
 

A quella data Edizione segnalava un Nav di 12,14 miliardi di euro, ma dopo la tragedia del ponte Morandi e il crollo delle quotazioni di Atlantia (che da sola rappresentava 6,15 miliardi di Nav per Edizione mentre oggi non arriva a 5 miliardi) si stima possa essere calato sui 10-10,5 miliardi. Visto che Exor capitalizza in borsa circa 13,15 miliardi vuol dire che il mercato applica uno sconto sul Nav del 37%-38% circa che applicato a Edizione comporterebbe una capitalizzazione attorno a 6,25-6,5 miliardi di euro.

Gli Agnelli controllano direttamente il 53% di Exor, che in pancia ha un ulteriore 2% di azioni proprie, con Harris Associates al 7,4% e Southeastern AM al 3% circa, mentre poco meno del 35% è flottante sul mercato. Se i Benetton fossero pronti a costituire un flottante tra il 35% e il 45% potrebbero incassare tra 2 e 3 miliardi di euro circa. L’ipotesi alternativa, ossia l’apertura del capitale della holding ad altri soci privati, dovrebbe necessariamente essere in grado di procurare altrettanti mezzi.

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