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Economia
Bitcoin, esposto Codacons a 104 procure italiane: "Rischio gigantesca truffa"

Bitcoin, esposto del Codacons a 104 procure in tutta Italia

Il Codacons ha annunciato di aver preparato un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia in merito al caso Bitcoin, su cui con un comunicato parla di "rischi di una maxi truffa aggravata a danno della collettività insita nella criptovaluta e le possibili finalità illecite". Il Codacons, si legge, chiede alla magistratura di aprire indagini sul territorio di propria competenza alla luce di una serie di possibili reati come quello di truffa aggravata e manovre speculative. "Appare necessario, opportuno e doveroso che le intestate, ciascuna per proprio ambito di competenza territoriale, intervengano fattivamente e concretamente sulla notoria questione - recita l'esposto secondo quanto riporta la nota - tornata prepotentemente agli onori della cronaca relativamente alla folle corsa della criptovaluta e al mondo delle monete virtuali (Bitcoin, ethereum, litecoin etc) e se dietro le forme di investimento nelle criptovalute, nello specifico nei Bitcoin non possano concretamente celarsi speculazioni e grandi rischi e se più che rivelarsi affari vantaggiosi possano trasformarsi in vere e proprie truffe".

"Rischio di una maxi truffa aggravata"

"Media stampa e siti web sono inondate da notizie che rappresentano e mostrano l'intensificarsi di questa nuova giungla finanziaria all'interno della quale ad oggi tutto potrebbe succedere - si legge - con i prezzi che possono andare vorticosamente verso l'alto, com'è successo quest'anno, ma che possono anche crollare spaventosamente com'è successo nel 2014, quando dopo avere superato per la prima volta i mille dollari la quotazione della criptovaluta sarebbe scivolata fin quasi a 200 dollari". "Il potere del piccolo risparmiatore nel determinare il prezzo sarebbe naturalmente zero in quanto sarebbero i trader sui mercati professionali a dettare le regole e io rischi sembrerebbero veramente molti. Le monete alternative - prosegue la nota - come quelle virtuali, non sono legate a Stati e quindi non hanno una convenzione o un corrispettivo sottostante, non vengono garantite da niente e nessuno; né dal gettito fiscale, né dall'oro e neanche dai diritti sui beni". "A destare allarmismo e preoccupazione - dice ancora il Codacons - su possibili fenomeni speculativi e possibili truffe si celerebbero, alla luce delle caratteristiche enunciate tipiche del Bitcoin e del blockchain che è il protocollo che ne rende possibile e sicuro l'utilizzo, non solo sistemi, trader e piattaforme non regolarizzate e il proliferare di molti siti che presentano strategie, trucchi e tools per guadagnare con questo strumento, in alcuni casi si tratta di risorse interessanti, in altri di vere e proprie truffe, ma anche il serio rischio che tutto questo sistema possa rivelarsi uno strumento a vantaggio della criminalità organizzata per nascondere o riciclare denaro".

Codacons: "Identificare chi ha emesso i Bitcoin"

Il Codacons ha dunque chiesto a 104 Procure di verificare e identificare coloro che hanno emesso i Bitcoin sul territorio nazionale, nonché i siti web che presentano strategie, trucchi e tools per guadagnare con questo strumento e tutti coloro che la commercializzano senza fornire adeguate garanzie ed informazioni, accertando a carico di tutti coloro che risulteranno responsabili, alla luce di quanto esposto, ipotesi di manovre speculative ed ipotesi di truffa e truffa aggravata con grave e diretto danno per tutti gli azionisti e correntisti, investitori e risparmiatori ed, in caso affermativo, esperire nei confronti di coloro che saranno ritenuti responsabili, l'azione penale. Infine il Codacons ha chiesto il sequestro di quei siti internet che promettono ai risparmiatori guadagni mirabolanti attraverso i Bitcoin, e l'intervento dell'Antitrust per sanzionare qualsiasi forma di pubblicità ingannevole.

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