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Economia
BoJ cambia strategia sul Qe per non penalizzare banche e fondi pensione

La Bank of Japan mantiene gli obiettivi su inflazione, ma cambia strategia sugli strumenti di politica monetaria per raggiungere i target sul livello dei prezzi senza penalizzare banche e fondi pensione (leggi tassi d'interesse negativi sui depositi). Il governatore della BoJ Haruhiko Kuroda, le cui mosse sono state accolte bene in Borsa, con il Dax che avanza dello 0,93%, in sostanza ha modificato la strategia di politica monetaria, adottando misure nuove con un framework nuovo, mirato a superare alcuni dei limiti che hanno frenato l'azione della politica monetaria nell'ultimo anno. Le novita' sono due: "il controllo della curva", con cui la Banca centrale intende controllare direttamente i rendimenti a breve e a lungo termine, e "l'overshooting dell'inflazione", con cui la BoJ si impegna a espandere la base monetaria fino a quando la variazione annua osservata dell'indice dei prezzi al consumo non eccedera' l'obiettivo del 2% e restera' al di sopra del target in modo stabile. La Banca centrale del Giappone ha stupito il mercato decidendo di spostare il proprio obiettivo dalla base monetaria al livello dei tassi a lunga scadenza sui titolo di Stato nipponici.

Secondo questo nuovo target, l'Istituto guidato da Haruhiko Kuroda si impegna a calibrare gli acquisti mensili di titoli di Stato (e cosi' anche il livello di QE) in modo da mantenere i tassi sui Jgb a lunga scadenza, soprattutto sul tratto decennale, intorno allo zero. "Cosi' facendo la BoJ ha ufficializzato come una politica di tassi troppo bassi o negativi possa compromettere la salute del sistema finanziario, un settore strategico per il rilancio dell'economia. L'esperienza della Bce ha convinto Kuroda a difendere banche, assicurazioni e fondi pensione (che in Giappone sono i piu' grandi del mondo) da una politica di tassi bassi", afferma Vincenzo Longo, strategist di IG. Nessuna novita' e' arrivata dai tassi sui depositi, che restano fermi a -0,1%, "anche se con molta probabilita' saranno ritoccati al ribasso entro fine anno", conclude l'esperto. Il nuovo framework della Banca centrale giapponese ha due obiettivi: fare scendere i tassi di interesse reale, controllando il tratto breve e quello lungo della curva, e aumentare le aspettative di inflazione, impegnandosi a un "overshooting" dell'obiettivo, spiegano gli economisti di Intesa Sanpaolo, puntualizzando che "l'impianto e' ambizioso ed effettivamente tocca alcuni dei problemi che pesavano sulla strategia adottata finora, declinando in modo nuovo strumenti gia' in essere. I mercati giapponesi hanno risposto in modo positivo all'annuncio, mostrando fiducia nella volonta' (e nella capacita') della BoJ di uscire dall'impasse dell'ultimo anno". I rendimenti dei Treasury e dei Bund sono saliti insieme a quelli dei titoli di Stato giapponesi in scia alle decisioni della BoJ.

Comunque sia, puntualizzando gli strategist di Unicredit, l'irripidimento della curva causato dalla Banca centrale del Giappone e' probabilmente meno severo di quanto previsto in un primo momento e stasera la Fed, restando ferma, potrebbe causare un nuovo appiattimento della curva. Pertanto per gli esperti le decisioni dei due Istituti, complessivamente, avranno solo un piccolissimo impatto sugli spread dei titoli di Stato dell'Eurozona. Ora l'attenzione del mercato si spostera' dalla BoJ al Fomc. La Fed restera' ferma oggi, ma il presidente Janet Yellen, nella sua conferenza stampa, fornira' probabilmente un segnale forte di un rialzo dei tassi di interesse entro fine anno, affermano gli strategist di Unicredit. Allo stesso tempo, aggiungono gli esperti, il grafico a punti (dots) del Fomc verra' abbassato ulteriormente, indicando quindi un percorso ancora piu' lento di normalizzazione della politica monetaria. "Temo che l'esito del meeting" della Fed "non differira' da quelli che lo hanno preceduto", aggiunge Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners, puntualizzando che il presidente Janet Yellen si asterra' dal toccare i tassi, dichiarando che se le cose procedono come da scenario del Fomc, il meeting buono per alzare sara' quello di dicembre, ma che la Federal Reserve resta dipendente dai dati.

Questo perche', spiega l'esperto, "il quadro macro effettivamente sta dando dei segnali che dovrebbero essere monitorati un po' prima di essere dismessi come una pausa post accelerazione estiva; il mercato lo prezza troppo poco; apparentemente c'e' troppo disaccordo all'interno del Fomc per trovare un consenso su un'azione cosi controversa; siamo a poco piu' di un mese dalle presidenziali, con una tornata particolarmente incerta, e non penso che la Fed voglia correre il rischio di dare una mano a Trump, causando una fase di volatilita' di cui lui possa servirsi". Naturalmente, pur assumendo che non vi sara' rialzo, "sara' rilevante il tono con il quale si esprimera' Yellen e la forza con cui vorra' segnalare l'intenzione di muoversi in dicembre", conclude Sersale. In un contesto in cui non c'e' forte urgenza per un rialzo, il Fomc probabilmente manterra' i tassi fermi, concludono gli economisti di Intesa Sanpaolo, precisando che "la valutazione dello scenario restera' positiva e il comunicato preparera' l'arrivo di un rialzo entro dicembre: potrebbe essere reintrodotta una valutazione di rischi quasi bilanciati, dopo quasi un anno di sospensione del giudizio". Inoltre per gli esperti "l'estensione delle proiezioni al 2019 probabilmente appiattira' ulteriormente il sentiero dei rialzi, modificando la data di arrivo alla neutralita' (senza cambiare il livello)". Per gli economisti infine "il dibattito alla riunione sara' molto acceso e con i verbali emergera' un solido consenso a favore di un rialzo entro fine anno".

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bank of japan politica monetariaboj attenzione ai rendimenti





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