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Economia
Bollette alte anche col petrolio low cost. Ricetta Eviva per sborsare di meno

L'intervista di Affaritaliani.it a Carlo Bagnasco, Ceo di Eviva

Avete recentemente partecipato, insieme al Ministro Alfano, al vicepremier russo Dvorkovich al bilaterale Italia-Russia. Ci può dare un suo giudizio sull'incontro?
"L'incontro è la prova di come i rapporti tra Italia e Russia siano solidi. Come ha ricordato il Ministro Alfano a margine del meeting, quest'anno l'export dell'Italia verso la Russia è cresciuto del 24% e anche l'import del 16%: due risultati che confermano come, nonostante le sanzioni, sicuramente dannose per i mercati e per l'economia, le relazioni tra i due paesi restino forti. Nel corso del bilaterale la Russia ha, inoltre, chiesto al mondo bancario italiano un supporto a favore delle società russe pronte ad investire nel mercato italiano".
 
Che ruolo ha l'Italia nel mercato energetico europeo?
"Il nostro Paese, situato nel cuore del Mediterraneo, è in una posizione di grande vantaggio rispetto alle altre nazioni europee. Il gas proveniente da Africa e paesi mediorientali potrebbe avere come primo approdo in Europa proprio l'Italia. L'Italia può quindi ambire al ruolo di di hub europeo del gas, ma occorrono numerosi e tempestivi interventi".

Quali?
"Nei prossimi anni la capacità di importazione e produzione sarà più che in grado di soddisfare la domanda interna e si dovranno, quindi, creare le condizioni affinché l'eccesso di gas possa essere destinato ad altri mercati europei. Per farlo è necessario, senza che ciò comporti un aggravio per i consumatori italiani, interconnettere l'Italia al resto d'Europa e massimizzare la flessibilità dello stoccaggio, che in termini di capacità risulta essere uno dei principali hub europei, ma che in termini di flessibilità ha ampi margini miglioramento. Oggi si accantona un'elevata quantità di gas, oltre 4Gmc, a riserva strategica, nel caso in cui eventi eccezionali non permettano di importare. È necessario ripensare questa forma di sicurezza, anche alla luce della necessaria collaborazione tra paesi europei confinanti. Infine, occorre ripensare alle tariffe di accesso alle infrastrutture: trasporto e rigassificatori andrebbero pensati come unica infrastruttura e le tariffe di accesso rideterminate di conseguenza. È necessario, infine, che il Governo adotti le misure necessarie a supportare la crescita a livello internazionale delle nostre eccellenze in ambito di rete elettrica e gas, mi riferisco ovviamente a Terna e Snam".

Il dibattito sulla liberalizzazione del mercato energetico ha richiamato l'attenzione del legislatore sulla necessità di un maggior controllo circa l'affidabilità degli operatori. Cosa ne pensa?
"La domanda è molto pertinente ed Eviva è in prima linea da anni su questo tema. Va però fatta una premessa: questo mercato, che ha portato grandi vantaggi di prezzo, trasparenza e servizi ai clienti finali è minacciato dal ritorno all'oligopolio a causa di uno strapotere dei produttori, spesso integrati con i distributori, che sta danneggiando in maniera rilevante i consumatori e l'esistenza stessa del mercato. Auspichiamo una regolazione più attenta e vigile affinché continui il virtuoso percorso che ci pare molto a rischio. Il sistema energetico si è trovato a dover affrontare situazioni di "crisi" causate dalle condotte rischiose di alcuni operatori che si sono resi inadempienti nei confronti delle proprie controparti contrattuali e dei gestori delle infrastrutture. In questo modo, hanno potuto alterare la concorrenza a valle in termini di offerte commerciali ai clienti finali, riservandosi indebiti vantaggi competitivi rispetto agli altri soggetti. Per questo, è essenziale accelerare i tempi per la creazione di un elenco dei soggetti abilitati alla vendita di energia elettrica e gas naturale a clienti finali". 

Quali caratteristiche dovrebbe avere tale strumento?
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È importante che siano previste la costituzione dell'operatore nella forma di una società di capitali, il rispetto degli obblighi di unbundling funzionale e l'idoneità della struttura operativa a svolgere la complessa attività di vendita al dettaglio. Inoltre dovrà esser accertata la presenza di un capitale sociale pari ad almeno 100.000 euro, la titolarità di contratti di trasporto e di dispacciamento in corso di validità, oltre all'insussistenza di stati di fallimento o di altre procedure concorsuali. Infine, è essenziale che siano garantiti requisiti di onorabilità, da definire secondo istituti civilistici e penalistici, anche prevedendo un periodo di tempo per la regolarizzazione della propria posizione. Questa previsione dovrebbe applicarsi agli amministratori, ai top manager e a ai reali proprietari delle società, che, relativamente all'operatore o alla sua capogruppo, detengono almeno il 10% delle quote oppure controllano fattivamente almeno il 10% del potere di voto".

Un altro tema caldo nel settore Energy è quello dei c.d. oneri di sistema. Qual è la vostra visione in merito?
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È evidente come negli ultimi cinque anni il progressivo aumento degli oneri di sistema abbia vanificato, sul costo finale della bolletta, il beneficio legato alla riduzione della componente energia (-27% circa). Analizzando il meccanismo di esazione di questi oneri è, infatti, possibile notare come il venditore svolga per conto del sistema elettrico un servizio di incasso risultando finanziariamente esposto (dovendo anticipare al distributore le somme dovute rispetto all'incasso da parte del cliente finale) e soggetto al rischio di mancato pagamento facendosi carico in toto di una parte di tale onere parafiscale. Il Regolatore ha spesso dichiarato, e scritto nella presentazione della Relazione annuale del 2016, che gli oneri generali andrebbero spostati sulla fiscalità generale". 

Come si potrebbe intervenire?
"Occorrerebbe istituire un meccanismo di esazione degli oneri analogo a quello introdotto con il Canone Rai tenendo indenne il venditore sulla quota parte di oneri non incassati. Tale modifica normativa ripristinerebbe condizioni di mercato e di concorrenza più reali e trasparenti a beneficio del consumatore finale virtuoso".

Passiamo a Eviva: quali sono gli obiettivi della società?
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Abbiamo chiuso il 2016 con un utile netto pari a 2.6 milioni di euro, il miglior risultato del Gruppo negli ultimi sei anni. Abbiamo venduto energia elettrica per circa 5 TWh, un risultato significativo se si considera che la domanda di energia elettrica netta in Italia nel 2016 ha subito una diminuzione del 2,1% rispetto al 2015, e gas per 1.4 BCm, valore superiore del 27% rispetto agli 1,1 BCm del 2015. Risultati che hanno portato a un incremento del 15% di clienti gas business e large e a un aumento del 14% di clienti power business e large. Ora puntiamo ad aumentare del 20% il fatturato in due anni (nel 2016 pari 1,2 miliardi di euro) e a crescere tramite diversificazione e investimenti".

Qual è la strategia per raggiungere questi risultati?
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La nostra strategia abbina un investimento continuo su talenti (¼ dei nostri dipendenti è sotto la soglia dei 30 anni), digitalizzazione (siamo stati tra i primi ad attivare una funzione di customer care via chat che consente un dialogo immediato con la clientela) e infrastrutture (siamo pronti a investire circa 700 milioni di euro nello sviluppo di un progetto di stoccaggio di gas naturale, situato in Basilicata, che rappresenterà circa il 10% della capacità di stoccaggio nazionale) a una politica commerciale basata sulla massima trasparenza che ci consente di approcciare il mercato con offerte semplici e innovative. A tutto ciò si unisce la convinzione di poter avere un impatto sulla società cercando di supportare, attraverso campagne di sponsorizzazione ad hoc, progetti sociali che siano in linea con i valori aziendali di correttezza, trasparenza ed eticità".

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