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Economia
Bollettino Bce: in Italia redditi e consumi delle famiglie più bassi del 2008

Tra i paesi dell'area euro, gli effetti della crisi pesano ancora fortemente sulle economie di alcuni Paesi, incluse l'Italia e la Spagna, dove le famiglie registrano redditi e consumi a livelli ancora più bassi del 2008. Questi i dati preoccupanti per il nostro Paese riportati nel Bollettino economico pubblicato oggi dalla Bce, aggiornato ad agosto 2018. 

I dati dei primi mesi del 2018 confermano una crescita solida e generalizzata dell'area euro, ma continuano a evidenziare ampie differenze nelle economie dei Paesi europei. A livello mondiale, si intensificano i rischi al ribasso a causa dei dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti di Donald Trump.

BCE: IN ITALIA E SPAGNA STENTA LA RIPRESA DEI REDDITI E CONSUMI

"I consumi in Italia e in Spagna non hanno ancora evidenziato una completa ripresa", si legge nel bollettino economico Bce, mentre in Germania e Francia sono di circa il 10% più alti rispetto al periodo pre-crisi. Dai dati pubblicati emerge, inoltre, che sempre in Italia e in Spagna "i redditi reali da lavoro dipendente permangono significativamente inferiori rispetto a prima della crisi a causa della moderazione salariale indotta dalla crisi e della disoccupazione rimasta su livelli elevati".

BCE: REDDITI DA LAVORO PIÙ BASSI DEL 2008

"Nonostante gli incrementi generalizzati - si legge nel bollettino Bce - i redditi da lavoro in alcuni Paesi rimangono significativamente al di sotto dei livelli registrati prima del 2008. Con un incremento del numero di occupati di circa otto milioni di unità dal 2013, la ripresa in atto nel mercato del lavoro dell'area dell'euro è stata notevole. Questi dati aggregati, tuttavia, celano ampie differenze". In Italia e in Spagna, come detto, i redditi reali da lavoro dipendente restano significativamente più bassi rispetto al 2008. 

"Se in alcuni grandi Paesi dell'area si sono registrati forti cali dei consumi correlati alla Grande recessione e alla crisi del debito sovrano (ad esempio in Italia e in Spagna), altri Paesi (ad esempio Germania e Francia) sono stati meno interessati da tale fenomeno". A partire dal 2013, tuttavia, tutti i Paesi hanno registrato un andamento chiaramente improntato all'espansione. Dal 2013, la crescita più vigorosa si è osservata in Spagna, dove gli effetti della recessione erano stati i più accentuati in assoluto.

La vigorosa espansione dell'occupazione, in generale, riflette una maggiore partecipazione al mercato del lavoro da parte dei lavoratori più anziani e delle donne. 

BCE: DAZI USA "GRAVE RISCHIO" PER L’ECONOMIA MONDIALE

Sempre nel bollettino della Bce si legge che nel corso degli ultimi mesi si sono intensificati i rischi al ribasso per l'economia mondiale "in un contesto di minaccia e di effettivo aumento delle tariffe commerciali da parte degli Stati Uniti e di possibili ritorsioni da parte dei paesi interessati". "Nel complesso - riferisce il documento - se venissero implementate tutte le misure annunciate, il livello medio dei dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti raggiungerebbe valori mai osservati negli ultimi 50 anni. Tali sviluppi costituiscono un grave rischio per le prospettive dell'attività e del commercio mondiali a breve e medio termine".

BCE: IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE NON É ANCORA TORNATO AI LIVELLI PRE-CRISI

Con un tasso di disoccupazione che in alcuni Paesi non è ancora tornato ai livelli pre-crisi, i rischi correlati a tale fenomeno continuano a frenare, in qualche misura, la crescita dei consumi. Nonostante la forte crescita dei consumi registrata a partire dal 2013, la disoccupazione è evidentemente un'importante ragione per cui, in tali paesi, i consumi privati non hanno ancora recuperato i livelli pre-crisi. Inoltre i dati mostrano che i rischi connessi al reddito rimangono elevati nella parte inferiore della distribuzione del reddito.

Se da una parte la ripresa del mercato del lavoro ha sostenuto la crescita del reddito delle famiglie negli ultimi anni, dall'altra una fetta significativa della popolazione continua a far fronte a elevati livelli di rischio connessi al reddito. Il reddito netto delle famiglie per i lavoratori scarsamente qualificati è rimasto ben al di sotto di quello percepito dai lavoratori altamente qualificati. Ciò è particolarmente vero per i lavoratori scarsamente qualificati nei paesi maggiormente colpiti dalla crisi finanziaria (ad esempio Italia e Spagna).

Lo studio analizza anche l'andamento dei redditi da interessi che nel settore delle famiglie è rimasto abbastanza stabile in Germania e Francia, meno in Italia e in Spagna. Le evidenze dei conti settoriali mostrano che in Germania e in Francia i redditi da interessi e i pagamenti per interessi hanno subito una flessione comparabile, a indicare che la riduzione dei tassi d'interesse ha avuto effetti trascurabili sul reddito netto da interessi nel settore delle famiglie nel suo insieme. Per contro, in Italia, il calo dei redditi da interessi è stato molto più ingente, poiché le famiglie italiane detengono una quantità relativamente ampia di attività fruttifere di interessi e sono relativamente meno indebitate. In Spagna, il calo dei pagamenti per interessi è stato significativamente più consistente rispetto a quello dei redditi da interessi. 

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