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Economia
Petrolio, Bazzani ( Saxo Bank Italia ) ad Affari :" Venezuela a rischio default "
bazzani
 

di Andrea Deugeni
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@andreadeugeni

Ancora una seduta pesante in Borsa. I motivi li elenca Gianpaolo Bazzani (nella foto a sinistra), Ceo di Saxo Bank Italia, branch del gruppo danese leader nel trading online, intervistato da Affaritaliani.it sull'ennesima giornata volatile sui listini azionari mondiali.

"C'è una grossa preoccupazione per la Cina. Mezzo punto percentuale di minor crescita di Pechino - spiega il banchiere - significa diversi punti percentuali di Pil in meno in molti Paesi. Effetti che si hanno sui vicini Paesi asiatici, sull'Australia e sul Brasile". Bazzani sottolinea anche i "i timori per il rallentamento dell'economia mondiale" e, a causa del mix esplosivo petrolio-tassi Usa, dice: "Rischio default per Venezuela, in primis e, poi per Russia e Brasile".
 

L'INTERVISTA

Cos'è successo oggi che ha nuovamente spaventato gli investitori?
"Sulla parte asiatica c'è un effetto emozionale e una grossa preoccupazione per la Cina, anche se, nel medio periodo, l'outlook di Saxo Bank su Pechino prevede una crescita robusta, un rallentamento significativo che però porterà il Paese a crescere attorno al 6%. Fra il 6% e il 6,3% nella visione più ottimistica come tasso di crescita. Tassi su cui metteremmo la firma in Europa".

Un rallentamento che, però, ha degli effetti su altre economie...
"Sì, mezzo punto percentuale di minor crescita nella Cina significa diversi punti percentuali di Pil in meno in molti altri Paesi. Gli effetti si registrano principalmente sulle economie dei vicini Paesi asiatici, con un contagio sull'Australia, in quanto Paese esportatore verso Pechino e sugli Stati dell'America Latina, produttori all'ingrosso di beni di consumo a basso valore aggiunto. Effetti che stanno deprimendo i mercati non solo finanziari, ma anche quelli delle commodity. Il petrolio è vittima della speculazione finanziaria e politica. E cioè la controffensiva dell'Arabia per mettere fuori gioco lo shale oil americano e la concorrenza di quanti spingevano per l'autarchia da tutto il mondo Opec. Ho la sensazione che i mercati finanziari temano di veder fallire Paesi come Venezuela e Russia. Un po' di ritrovato ottimismo su India e Messico non è sufficiente a calmare gli animi e a fornire prospettive più rosee".

E' d'accordo con chi teme anche un rallentamento complessivo dell'economia mondiale quest'anno?
"Sì, un timore diffuso c'è. Dopo il rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve e nell'anno della divergenza Usa-Ue fra politiche monetarie , il dollaro avvrebbe dovuto irrobustirsi un po', mentre il cambio con l'euro continua a viaggia intorno a 1,10, allontanando la parità che, al contrario, veniva fino a qualche mese fa data per certa. Ora, il mercato ha anche un po' di paura che l'America non tornerà ad alzare di nuovo il costo del denaro dopo l'intervento di fine dicembre, perché la mossa potrebbe indebolirne la fragile crescita".

Riferendosi all'andamento delle Borse, si può parlare di fase Orso?
"Non so più se categorie come Toro e Orso abbiano senso, perchè, forse, questi cicli non esistono più. Si parla di volatilità molto elevata che è più intensa quando si scende, che non quando si sale. Movimenti che offrono oppurtinità a chi vuole fare trading di breve periodo".

Vista la correzione in atto dei propri indici azionari, in Cina si può parlare di scoppio di una bolla?
"Si potrà parlare di bolla che scoppia, e non ce l'auguriamo, solo se ci riferiremo al sistema del credito. Per quanto riguarda la Borsa, il mercato azionario si sta aprendo solo adesso. Diverso il caso, invece, se si verificassero davvero una serie di default a livello di sistema bancario. E' possibile che il prossimo grande default abbia gli occhi a mandorla, ma prima ancora, se i tassi Usa si rialzeranno, mi aspetto, per la combinazione con l'andamento del prezzo del petrolio, che il default arrivi da uno Stato produttore di greggio come Venezuela in primis e, poi, Brasile e Russia che vedo nella stessa barca". 

Come devono muoversi ora sui mercati i risparmiatori che vogliono investire i propri soldi?
"Se uno è un risparmiatore, il consiglio è sempre quello di non guardare a quello che succede oggi o a quello che succederà domani, perché la settimana prossima lo scenario potrebbe essere completamente diverso. Quindi bisogna affidarsi sempre all'asset allocation. Avere la consapevolezza quindi del proprio profilo di rischio e scegliere un portafoglio trasparente gestito da un operatore trasparente che gli dia la possibilità quindi di avere un investimento di medio lungo periodo, data la sua esigenza. Per chi invece si occupa di trading o di coprire rischi, non si può prescindere dall'osservare i movimenti più ampi, ad esempio, dell'euro-dollaro, del petrolio o dei tassi e del costo del denario che dovrebbero influenzare tutto. Per chi fa trading, non c'è titolo del giorno. Per chi vuol stare sull'azionario, quindi, consiglierei di stare più in Europa che in America, non gettonando bancari e finanziari ma molto meglio i ciclici. E, lo dico con una battuta, se hai un app sul tuo smartphone non è una cattiva idea possedere le azioni di quella app: la dotcom è stata una bolla borsistica, ma non certo economica".

 

 

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borsapetroliovenezuelacinarussiabrasile





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