Borsa, recessione e banche tedesche fiaccano listini: Milano chiude a -0,21%
Piazza Affari, boom di Ferrari (+11%)
Le consistenti vendite sul settore bancario - complici i nuovi rumors sulla necessita' di aggregare in tempi stretti Deutsche Bank e Commerzbank e i dati sul Pil del IV trimestre che hanno certificato l'ingresso in recessione tecnica dell'economia italiana - hanno fiaccato Piazza Affari e buona parte delle Borse europee: l'indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,29% in chiusura, mentre solo Parigi si e' distinta in positivo. Nonostante il Btp decennale sotto il 2,6%, con lo spread a 244 punti, il comparto degli istituti di credito e' arretrato di quasi il 4% (indice Ftse Italia Banche) con pesanti performance di Bper (-6%), Ubi (-4,7%), Banco Bpm(-4,8%), Unicredit (-4%) e Intesa Sanpaolo (-3,2%).
A Francoforte, le indiscrezioni sulla possibilita' che il matrimonio "forzato" tra i big del credito tedeschi, opzione mai apprezzata dagli operatori, possa avvenire entro il 2019 ha messo in allarme gli investitori alla vigilia dei conti di Deutsche Bank e portato a perdite superiori al 6 per Commerzbank e del 4% per la sua potenziale alleata. A Milano, la caduta delle banche e' stata in parte compensata dallo strappo di Ferrari (+11%) dopo i risultati 2018 e la guidance 2019: il titolo e' tornato al top da ottobre sopra 108 euro per azione. Denaro su Tim (+5%) dopo che Elliott si e' rafforzato nel capitale al 9,4%. Bene Saipem (+2,4%) dopo il contratto in Vietnam e sulla scia di acquisti sul petrolio: il Wti aprile e' a 55,4 dollari al barile, il Brent aprile a 62,19 dollari al barile. In correzione l'euro/dollaro dopo che la "pazienza" della Fed su nuove strette monetarie in Usa aveva fatto indietreggiare la moneta statunitense: il cambio si attesta a 1,1452 da 1,1480 di ieri sera.
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