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Economia
Borsa, da Buzzi a Stm e da Luxottica ad Fca. Chi festeggia col superdollaro

La vittoria a sorpresa di Donald Trump nella corsa per la Casa Bianca, il suo essere un “padre primordiale” che non sembra voler tener conto di regole e vincoli, come ha osservato in settimana lo strategist di Kairos Partner, Alessandro Fugnoli, la debolezza acuta dei mercati italiani che stanno preparandosi al peggio, una vittoria del “no” al referendum del 4 dicembre che porti all’apertura di una crisi di governo. Di motivi per stare in tensione gli investitori italiani ne hanno avuti più d’uno in questi ultimi 15 giorni. Eppure anche con uno scenario in rapido mutamento che vede tassi e spread in rialzo (il Btp decennale guida rende ormai il 2,1%, contro lo 0,28% del suo omologo tedesco) e borse volatili e tendenzialmente in calo (da quando Trump è stato proclamato vincitore Piazza Affari tra alti e bassi ha ceduto un 3,25%) è possibile difendere il proprio portafoglio investito. Come? Anzitutto stando alla larga dai titoli di stato, a partire da quelli a scadenza lunga e ultralunga.

Poi spostandosi dai titoli azionari più difensivi e dalla società di servizi di pubblica utilità (che mostrano una correlazione inversa all’andamento dei tassi, ossia guadagnano quando questi scendono e perdono terreno quando questi risalgono) a titoli pro-ciclici, in particolare quelli esposti all’area del dollaro. Questo significa certamente puntare su nomi come Buzzi Unicem, Fiat Chrysler Automobiles, Ferrari, Autogrill, Luxottica, Amplifon, ma anche Stmicroelectronics e Maire Technimont, che realizzano una parte importante dei propri fatturati e utili negli States. Ma il dollaro forte (l’euro è calato sotto quota 1,06 contro il biglietto verde e molti pensano che entro i primi mesi del prossimo anno potrebbe anche scivolare sotto la parità) fa bene anche a chi incassa in dollari e spende in euro, ad esempio i gruppi alberghieri e le agenzie di viaggio che offrono soggiorni e crociere nel “bel paese” ai turisti americani, pronti a godersi una vacanza “a basso costo”, riempiendo così il vuoto di turisti britannici che rischia di causare la “sterlina debole”.

Un maggior numero di turisti americani in Italia potrebbe anche portare ad un incremento delle vendite di articoli di moda e di lusso, dunque da Yoox Net a Porter a Moncler, da Tod’s a Brunello Cucinelli, si potrebbe assistere nel corso dei prossimi mesi ad una ripresa delle quotazioni. Ripresa che, se alla fine un accordo per limitare la produzione petrolifera sarà effettivamente trovato tra Arabia Saudita, Iran e Russia, potrebbe estendersi a Saipem, Tenaris, Eni e Saras. Se poi volete approfittare della forza del dollaro, ma preferite stare lontani dalla borsa (o dai T-bond: il decennale guida ha visto il rendimento salire oltre il 2,3%, ma la corsa potrebbe continuare se la Federal Reserve dopo dicembre farà capire di essere pronta a rialzare i tassi anche durante il 2017), potete puntare direttamente sui cambi, comprando o vendendo Cfd fx (Contratti per differenza sui forex), ossia prodotti finanziari la cui quotazione sale (o scende) al salire del cambio a cui sono collegati. In sostanza se comprate un Cfd euro/dollaro state scommettendo che l’euro risalga, se lo vendete state scommettendo che salga il dollaro.

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