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Economia
Borsa e titoli di stato italiani non crollano più. Sorpresa

Tutti a profetizzare nuove sciagure alla riapertura odierna dei mercati finanziari italiani, invece Piazza Affari torna a recuperare (l'indice Ftse Mib chiude guadagnando il 2,09% e si attesta a 21.797 punti) sull'onda del rimbalzo delle quotazioni in particolare di titoli come Mediobanca, Poste Italiane, Banca Carige, Banco Bpm, Unicredit e Intesa Sanpaolo, mentre il Tesoro italiano riesce a condurre in porto la più delicata asta di titoli di stato italiani da molti mesi. Prove tecniche di rimbalzo per le Borse europee, dopo il bagno di sangue di ieri. I mercati tifano per un nuovo governo in Italia. A Milano l'Ftse Mib sale del 2,09% a 21.797 punti, coi bancari in evidenza. Londra avanza dello 0,75% a 7.689,57 punti, Francoforte dello 0,93% a 12.783,76 punti e Parigi perde lo 0,2% a 5.427,35 punti. Lo spread tra Btp e Bund è in calo a 265 punti.

Merito di questo improvviso recupero che fa di Milano la piazza finanziaria più in forma della giornata, è l'emergere sin dalla tarda serata di ierri dell'ipotesi di un nuovo giro di consultazioni per tentare ancora una volta di far nascere un governo politico sostenuto da Lega e M5S (o eventualmente un esecutivo tecnico della "non sfiducia"), ma anche il riaffiorare da stamane della proposta di un nuovo fondo europeo in grado di assistere i paesi colpiti da shock economici.

Il governo che dovesse vedere la luce verde del Parlamento, si ragiona nelle sale operative, rinuncerebbe a proposte di cui si parlava fino a pochi giorni come la cancellazione di parte del debito italiano e l'uscita dell'Italia dall'euro e al posto di un economista di prestigio ma "scomodo" per le sue posizioni ritenute troppo "filo no-euro" come Paolo Savona, a ricoprire l'incarico di ministro dell'Economia e Finanze potrebbe arrivare un nome di spessore simile ma percepito come meno ostile dai mercati come Pierluigi Ciocca, classe 1941, vicedirettore generale di Banca d'Italia dal 1995 al 2006, o lo stesso Cottarelli.

Uno scenario che resta dunque molto "liquido", ma è sufficiente, almeno per ora, a indurre i trader a chiudere gli short (vendite allo scoperto, ndr) su azioni e titoli di stato italiani e mettersi alla finestra, favorendo il rimbalzo di Milano. Anche perché da parte sua Bruxelles sembra voler tendere un ramoscello d'ulivo all'Italia: secondo indiscrezioni rilanciate dalla stampa britannica la Commissione Ue proporrebbe, domani, un fondo di finanziamento di 30 miliardi di euro per i paesi colpiti da shock economici.

Il fondo (European Investment Stabilisation Function, o Eisf) si finanzierebbe sul mercato e presterebbe a singoli paesi europei che così potrebbero usare i finanziamenti ricevuti (ai singoli stati non andrebbe comunque oltre il 30% delle risorse disponibili del fondo) per opere infrastrutturali o altre misure anti crisi. Si tratterebbe in effetti una risposta molto meno ambizioso alle richieste avanzate dal presidente francese Emmanuel Macron, che lo scorso anno aveva proposto il varo di un fondo pari a diversi punti percentuali del Pil di eurolandia.

Sarebbe tuttavia un "primo passo", tenuto conto che le differenze tra i governi della zona euro e le restrizioni di bilancio della Ue impedirebbero in questa fase di varare proposte più ambiziose e più indigeste alla Germania e ai suoi alleati del Nord Europa. In attesa di capire come finirà e se l'Italia sarà in grado di accedere eventualmente a tali risorse (dovrebbe essere richiesto che ogni paese, per poter ricevere finanziamenti, abbia rispettato i parametri di bilancio Ue per i due anni precedenti la richiesta), il Tesoro ha collocato in mattinata 1,82 miliardi di euro di Btp a 10 anni rispetto ad un massimo previsto di 2,25 miliardi, pur dovendo accettare di veder risalire il rendimento al 3% dal 1,70% dell'ultima asta precedente.

Sempre stamane il Tesoro italiano ha collocato anche 1,75 miliardi (il massimo previsto) di Btp a 5 anni, con un rendimento in rialzo al 2,32%, e 2 miliardi (il massimo previsto) di Ccteu scadenza 2025 a tasso variabile (il tasso iniziale è salito al 2%), raccogliendo in totale 5,57 miliardi, nella parte alta del range indicato di 3,75-6 miliardi. Rendimenti così elevati hanno richiamato una buona domanda (nel complesso pari a circa 1,5 volte l'offerta), in rialzo rispetto alle aste delle ultime settimane, nonostante i dati preliminari dell'inflazione tedesca (1,6% annuo ad aprile) abbiano rafforzato l'ipotesi che la Bce possa concludere a settembre il proprio programma di quantitative easing rimuovendo così il principale sostegno finora offerto ai titoli di stato italiani.

Sul mercato secondario i Btp italiani vedono peraltro il rendimento ridiscendere sotto il 3% (e quello dei Btp a 2 anni all'1,6%, un punto percentuale meno di ieri), al contrario di quello dei Bund che risale dallo 0,25% di ieri allo 0,35%. Risultato: lo spread torna a comprimersi e la tensione si allenta. Non tutti sono però convinti che la tempesta sia passata: Andrew Balls, responsabile investimenti a reddito fisso di Pimco (il maggiore gestore obbligazionario mondiale, che dal 2000 fa capo alla tedesca Allianz) ritiene infatti che il 3% annuo "non compensa adeguatamente gli investitori per il rischio". Solo un giudizio da investitore professionale o un neppure troppo velato avvertimento a "non sgarrare" fatto arrivare da Berlino a Roma per vie traverse?

 

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