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Economia
Borsa/ Gli elicotteri affondano Profumo. Quegli affari con Londra e...


Giornata color rosso sangue per il titolo Leonardo, che dopo una trimestrale che ha sorpreso negativamente i mercati vede il titolo crollare in chiusura del 21,55% con un minimo intraday appena sopra gli 11 euro per azione tra volumi elevati, già a metà seduta superiori ai 15 milioni di pezzi. A peggiorare la situazione, la società ha anche tagliato gli obiettivi per l'intero 2017 per quanto riguarda i ricavi, l'utile lordo e gli ordini, una revisione al ribasso dovuta quasi unicamente alle difficoltà degli elicotteri di AgustaWestaland.

Leonardo ora prevede di chiudere l'esercizio in corso con 12 miliardi di euro di nuovi ordini (a inizio anno aveva indicato un range di 12,0-12,5 miliardi), 11,5-12 miliardi di ricavi (dai precedenti 12 miliardi) e un Ebitda di 1,05-1,1 miliardi (dai precedenti 1,25-1,30 miliardi e a fronte di un consensus si aspettava 1,27 miliardi. I soli elicotteri, per i quali la società parla di "condizioni di mercato particolarmente sfavorevoli" cui si aggiunge "l'effetto di ritardi nel conseguimento di livelli adeguati di redditività su alcuni prodotti e una performance industriale al di sotto delle aspettative", hanno visto gli ordini salire sì a 1,71 miliardi nei nove mesi (dagli 1,538 miliardi dei nove mesi del 2016), ma a fronte di un calo del portafoglio ordini a 9,539 milioni (da 10,622 milioni), segno che seppure in crescita i nuovi ordini non sono stati a livello delle consegne di macchine già ordinate negli anni passati.

Non solo: anche il giro d'affari è calato (da 2.565 milioni dei primi 9 mesi del 2016 ai 2.355 milioni attuali), risentendo di "rallentamenti negli avanzamenti produttivi", ossia di un allungamento dei tempi di realizzazione delle macchine, ma probabilmente anche di un mix di ordini meno redditizio, tanto è vero che anche l'Ebitda è calato a 238 milioni dai 285 milioni di un anno prima e di conseguenza il Ros (redditività delle vendite) è sceso dall'11,1% al 10,1%, comportandosi peggio di tutte le altre divisioni (elettronica, difesa e sistemi di sicurezza ha visto il Ros rimanere al 7,5%, aeronautica l'ha visto passare dal 9,6% al 9,5%),  abbassando così il livello del Ros medio di gruppo all'8,8% (dal 9,3%).

A questo punto gli elicotteri registreranno nel 2017 un fatturato in calo (anche se Leonardo non ha quantificato di quanto) e un Ebitda margin "high-single digit" (ossia sotto il 10%, contro precedenti indicazioni attorno al 11%), per poi tornare a veder crescere il fatturato e ordini nel 2018, ma indicazioni quantitative in merito sono state rinviate alla presentazione del nuovo business plan, a gennaio. Ma dove si sono avuti problemi di produzione e "questioni tecniche"?

Sembrerebbe trattarsi ancora una volta del nuovo bimotore leggero (da 4,6 tonnellate) AW169, i cui problemi "di gioventù" erano stati indicati come "alle spalle" già lo scorso anno da Stefano Bortoli, sales and marketing vice president della divisione elicotteri che ancora a fine estate sembrava poter essere promosso a numero uno. Bortoli si era tuttavia visto scavalcare da Gian Piero Cutillo, che in precedenza non si era mai occupato di gestione d'azienda né di industria, avendo rivestito nei precedenti 5 anni il ruolo di direttore finanziario del gruppo. Una scelta che ha lasciato perplesso qualche analista e attorno alla quale potrebbe ora tornare ad accendersi qualche tensione dentro e fuori il gruppo.

I problemi dell'AW 169 avevano già indotto l'ex numero uno di Leonardo, Mauro Moretti, a rinviare l'incremento della produzione previsto a inizio 2016 dopo l'ottenimento della certificazione nel luglio 2015, ma non sarebbero insormontabili: secondo alcuni addetti ai lavori si tratterebbe verosimilmente di problemi legati al comfort interno (emissioni acustiche e sistema di condizionamento d'aria in cabina) e agli attuatori del carrello di atterraggio, che hanno comportato la sostituzione di alcuni elementi.

Nell'attesa che anche gli ultimi ostacoli all'espansione della produzione vengano superati, a poco è servito l'annuncio della sigla di un memorandum d'intesa con l'Istituto di Tecnologia Militare della Thailandia per il trasferimento di tecnologia e capacità di manutenzione, riparazione e revisione in vista dell'attesa acquisizione di elicotteri AW101 da destinare a polizia, esercito, aeronautica e marina militare del paese. La Thailandia è un buon cliente, visto che già utilizza diversi modelli dei velivoli italiani (in particolare gli AW139 per l'esercito e i Super Lynx 300 per la marina) e l'AW101 da 16 tonnellate è il più avanzato elicottero medio-pesante oggi disponibile sul mercato, ordinato da clienti in tutto il mondo per oltre 220 unità per un'ampia serie di compiti operativi dalla ricerca e soccorso, al recupero personale, dai ruoli navali al trasporto di capi di stato e di governo.

Chissà che proprio l'AW101, piuttosto che l'AW159 già impiegato dalla marina militare di un altro paese asiatico, la Corea del Sud, o l'AW189, elicottero civile con oltre 150 ordini da clienti di tutto il mondo, non riescano a far superare il momento delicato dell'ex AgustaWestland. Gli investitori a questo punto incrociano le dita, in attesa di sapere da Alessandro Profumo che prospettive vi siano per l'anno venturo e i successivi.

 

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