Borsa, "Manovra sostenibile: dietro lo spread Francia e Germania"
Intervista a Massimo Maria Gionso, consigliere delegato di CFO SIM
La riduzione del deficit per il 2020 e il 2021 annunciata ieri dal governo basterà a calmare i mercati?
"E' una domanda difficile. Se fosse solo per i mercati basterebbe. Perché si tratta di una manovra che non mette a repentaglio i conti pubblici e non porta assolutamente l'Italia in default. E comunque dei tassi di interesse di questa portata sono assolutamente sostenibili".
E allora da che cosa dipende?
"Il problema secondo me è diverso. E dipende da quanto ci sia volontà politica di tenere sotto scacco l'Italia, magari per motivi che riguardano le debolezze di altri Paesi, come Francia e Germania, che adesso vedono nel nostro Paese un palliativo su cui scaricare i propri problemi. Quindi, da questo punto di vista, costoro potrebbero insistere sulla cattiveria dei mercati".
Massimo Gionso
Hanno ragione dunque Salvini e Di Maio, secondo cui lo spread e i mercati sono eterodiretti dai signori dell'Europa?
"Secondo me ci sono buone probabilità che sia così. Non dimentichiamo che parliamo di un mercato di titoli di stato italiani abbastanza sottile dove i cambi, soprattutto sui nostri futures, non sono tali da giustificare discese e disastri del genere. Quindi sicuramente c'è una volontà di cattiveria nei nostri confronti. Ripeto: con questi tassi di interesse l'Italia non è in default. Non entro nel merito della Manovra, che secondo me è anche un po' deludente perché fa ben poco per la crescita, però i conti sono sostenibili. Ecco perché vedo la cosa molto più politica che di mercato. Anche nell'utilizzo di dichiarazioni, spesso riportate parzialmente, per raggiungere degli obiettivi che non sono certo i nostri, ma di qualcun altro".
Dobbiamo aspettarci allora una mazzata dalle agenzie di rating?
"Se le agenzie di rating sono coerenti, questi rendimenti, questi numeri sono già ampiamente scontati da un possibile teorico downgrade, che io sono convinto non arriverà. Secondo me verrà mantenuto un credit watch negativo ma non ci sarà un declassamento. Non dimentichiamo che abbiamo ancora due notch per arrivare al non investment grade. Quindi anche l'eventuale declassamento di un notch non ci farebbe uscire dall'investment grade e la Bce potrebbe continuare ad acquistare titoli italiani. Insomma, io questo grosso rischio francamente non lo vedo. E poi non dimentichiamo che nell'ambito dei titoli governativi europei, che sono tutti in difficoltà, i nostri sono i più appetibili dal punto di vista del rendimento".
Quindi è il momento di comprare Italia?
"Non bisogna sbagliare timing ma non è una bestemmia comprare Italia".
Cosa ci apetta nei prossimi giorni?
"Avremo sicuramente volatilità ma, tra alti e bassi, i minimi penso che li abbiamo già visti".
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