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Economia
Borsa, Milano chiude in cauto rialzo. Il Ftse Mib riacciuffa quota 19 mila

Terza seduta consecutiva in rialzo per Piazza Affari. L'indice Ftse Mib ha riacciuffato quota 19 mila punti, livello che non vedeva dallo scorso 19 dicembre. L'indice guida milanese segna in chiusura un progresso dello 0,25%. Gli investitori continuano a guardare all'esito delle trattative commerciali tra Usa e Cina, in occasione del vertice ministeriale iniziato ieri. Tra i singoli titoli di Piazza Affari si segnala il rally di Prysmian (+2,66%) dopo che gli analisti di Goldman Sachs hanno alzato il rating a buy dal precedente neutral. Il prezzo obiettivo è passato da 22 a 21 euro. Gli esperti della banca d'affari americana sottolineano che Prysmian "ha sottoperformato significativamente il settore nel 2018, con gli utili che sono calati in scia ai problemi legati al contratto chiave (WesternLink), a scarsi ordini nell'industria ma anche per fattori macro (come la questione Italia)". Dopo il cambio nel ruolo di team principal con Mattia Binotto al posto di Maurizio Arrivabene, Ferrari chiude il secondo giorno consecutivo di rialzo. Oggi il titolo balza del 3,09% a 94,14 euro."Sebbene alcuni di questi venti contrari persistono, il rischio/rendimento è orientato al rialzo, fornendo un interessante punto d'ingresso per il 2019", aggiunge Goldman Sachs. Tra i migliori anche oggi spicca il titolo Juventus (+1,23% a 1,233 euro), sui massimi dallo scorso ottobre e che dal suo approdo sul Ftse Mib, effettivo dal 27 dicembre, è salito di quasi il 20%. Male invece Italgas (-1,57%) che paga il declassamento a hold dal precedente buy deciso da Kepler Cheuvreux.


EFFETTO SPREAD, CORRONO LE BANCHE ITALIANE - Secondo quando scrive l’Agi a sostenere il listino italiano sono soprattutto le banche, che hanno beneficiato della discesa dello spread. Le quotazioni delle banche italiane sono tutte salite, a differenza delle banche europee: dal 20 novembre a oggi la francese Sociètè Gènèrale è scesa del 14% e Deutsche Bank ha perso il 10%. Il 20 novembre c'è stata una fiammata dello spread, salito al massimo degli ultimi cinque anni al 3,70%, in concomitanza con la bocciatura della manovra economica del governo italiano da parte della Commissione Ue. Oggi lo spread si è ridotto intorno al 2,7% grazie all’accordo fra il governo e la Ue sulla manovra di bilancio 2019. Ma perché le quotazioni di Borsa e delle banche sono così sensibili alle variazioni dello spread? La spiegazione sta nella grande quantità di titoli di Stato posseduti dalle banche italiane, che hanno scelto di investire in questo modo una grande parte delle loro riserve. Per le sole banche quotate la cifra complessiva si aggira sui 135 miliardi di euro. Guardando alla presenza di titoli di Stato nei portafogli delle banche, a fine settembre 2018 la situazione era questa: Unicredit 57,8 miliardi Intesa San Paolo 28,1 miliardi Banco PopMilano 18,2 miliardi Ubi 9,3 miliardi Mediobanca 2,7 miliardi Le quotazioni dei titoli di Stato si muovono in maniera opposta all’andamento dei tassi.

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