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Economia
Borsa sui massimi dal dicembre 2015, Ftse Mib tocca 22.500 punti

Borsa: chiude positiva, Ftse Mib +0,61%, brilla Ubi

Chiusura positiva per Piazza Affari, con l'indice Ftse Mib che fa segnare +0,61% a 22491 punti. L'All Share +0,55%. Bene il comparto bancario dove spicca Ubi Banca che fa segnare un +4,34%, seguita da Unicredit a +2%. Mediolanum +0,63%, Banco Bpm +1,77%, Intesa Sanpaolo +1,30%, Mediobanca +1,47%, negativa Bper Banca -0,09%.

Gli energetici chiudono in rialzo: Eni +0,73% e Enel +0,10%. Tra gli industriali Fca +0,49%, Ferrari +0,58% e Telecom, invece, chiude negativa a -0,13%. Nel comparto del lusso spicca Yoox con +4,17%, mentre Moncler cede lo 0,69%.

"E' chiaramente una sorpresa da falco", spiega Vassili Serebriakov, strategist valutario di Credit Agricole, puntualizzando che "il mercato si aspettava un grafico a punti piu' colomba". In base ai future sui Fed Fund la probabilita' di un rialzo dei tassi a fine anno e' salita ora al 68,5% rispetto al 57,7% di ieri. "La maggioranza dei membri" del Fomc "vede la caduta dell'inflazione come transitoria e che i timori del governatore Lael Brainard di un trend di prezzi piu' basso non si sono ancora diffusi nel resto del comitato", afferma Nicholas Wall, gestore del fondo Old Mutual Strategic Absolute Return Bond, Old Mutual Global Investors, puntualizzando come cio' significhi che "un rialzo dei tassi di interesse a dicembre e' veramente nei piani".

La Federal Reserve "ha segnalato con fermezza che un rialzo dei tassi a dicembre e' ancora sul piatto ma sara' dura per gli investitori fidarsi troppo di questa previsione dato che c'e' ancora moltissimo tempo perche' la Banca centrale cambi idea", avverte pero' Luke Bartholomew, Investment Strategist di Aberdeen Standard Investments, puntualizzando come "chiaramente la Fed ritenga che una bassa disoccupazione si traduca in una ripresa dell'inflazione ma se l'indice dei prezzi continua ad essere inferiore al previsto e' difficile immaginare che la Fed prosegua sul cammino del rialzo dei tassi. Ad un certo punto la fiducia nei modelli sara' di certo messa in discussione. Dopo dicembre poi le politiche sono ancora piu' incerte dato che sono attese le nomine di Trump alla Banca centrale".

"Con gli asset rischiosi che digeriscono gli aumenti dei tassi da parte della Fed molto piu' di quanto ci si aspettasse all'inizio del ciclo di rialzi, la Fed potrebbe continuare a incrementare il costo del denaro e a costruire cosi' una sorta di cuscinetto per le future crisi", conclude Mitul Patel, Head of Interest Rates di Janus Henderson Investors, puntualizzando che "dovremmo inoltre considerare il fatto che, all'interno del Fomc, si assistera' a un turnover significativo e che Trump deve ancora nominare il nuovo presidente della Banca centrale. Di conseguenza, si rischia che il processo di transizione verso una nuova Fed si riveli non cosi' semplice come si sperava, soprattutto se i membri entrati piu' di recente all'interno del Comitato sceglieranno di non condividere la propria visione con quelli attuali". Bene, nel frattempo, i dati macro del primo pomeriggio.

Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti (dato destagionalizzato) sono calate di 23.000 unita' a quota 259.000. La media mobile nelle ultime quattro settimane, considerata piu' attendibile dal mercato perche' meno volatile, e' a 268.750, in aumento di 6.000 rispetto a sette giorni fa. "Si attendeva un consenso a 300.000 unita', dovuto all'uragano Irma in Florida", precisa Vincenzo Bova, strategist di Mps Capital Services. "Secondo l'Istituto di statistica c'e' stato un certo impatto, ma inferiore a quanto ci si aspettasse". Inoltre l'indice sull'attivita' manifatturiera regionale elaborato dalla Fed di Filadelfia si e' attestato a settembre a 23,8 punti, in rialzo dai 18,9 di agosto e nettamente al di sopra del consenso a 15 punti.

Il sotto-indice dei nuovi ordini al settore manifatturiero, si legge nel comunicato della Fed di Filadelfia, si e' attestato a 29,5 punti dai 20,4 di agosto, mentre quello sull'occupazione a 6,6 punti dai 10,1 del mese precedente. Il dato di Filadelfia "si colloca sopra le attese, e da' la prima indicazione sull'outlook del settore manifatturiero e dei servizi di questo mese", aggiune Bova. Da sottolineare "il buon risultato delle componenti della produzione e dei nuovi ordini", conclude l'esperto. Sul valutario il cambio euro/usd tratta a 1,1911 con minimo a 1,1864 e massimo a 1,1929. Sull'obbligazionario infine il rendimento del Treasury biennale e' all'1,434% e quello del decnnale al 2,261%.

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