Sui mercati finanziari torna la tranquillità. Borse, ancora acquisti grazie al Nikkei

Prosegue l'effetto Draghi sulle borse europee, che aprono in rialzo. Ieri il presidente della Bce ha prospettato nuove misure di stimolo monetario dell'Eurotower a marzo. Londra guadagna l'1,56%. A Milano l'indice Ftse Mib segna +1,85% a 18.723 punti. Bene le banche, con Mps che avanza del 16%. Francoforte cresce dell'1,96% e Parigi del 2,06%.

Corrono anche le piazze asiatiche, trainate da Tokyo, con il Nikkei 225 che guadagna circa il 5,88%, sulle aspettative di manovre espansive da parte di Draghi. Shanghai ha aperto la seduta in rialzo dell'1,06%, oltre i 2900 punti, ma ha azzerato i guadagni in poche ore chiudendo la seduta mattutina in calo dello 0,3%. Le rassicurazioni delle scorse ore provenienti dal forum economico di Davos non hanno convinto gli investitori cinesi, ancora una volta scettici sulle dichiarazioni provenienti dalle autorita' riguardo al mercato azionario. In Europa, invece, la Bce è pronta a rivedere la propria politica monetaria a partire da marzo, mentre i tassi "sono rimasti fermi e resteranno così o più bassi per un lungo periodo di tempo", ha detto ieri Draghi.

Sul mercato delle commodity, il petrolio ha rimbalzato nella notte, risalendo anche sopra quota 31 usd al barile e supportando l'andamento positivo della giornata di ieri. Il future sul Brent con scadenza a marzo tratta ora a 30,85 usd/barile a +5,47%, mentre il future sul Wti con la stessa scadenza scambia a 30,92 usd/barile con una variazione di +4,71%. Dopo che entrambi i listini hanno aggiornato mercoledi' i minimi storici (Brent 27,10 usd/barile; Wti 27,55 usd/barile), aumentando le incertezza gia' presenti sui mercati, la risalita di ieri e di questa notte, se si confermasse nella giornata odierna, sarebbe un buon supporto per i listini di tutto il mondo e per diverse valute emergenti, in primis il rublo. Il via delle contrattazioni dara' indicazioni piu' precise. La valuta russa ha recuperato terreno sul dollaro in scia al rimbalzo del greggio. Il cambio usd/rub, dopo essere salito fino a 86, tratta ora a 80,377.

Gli strategist di Ing ritengono che questo calo potrebbe in parte essere determinato dal pagamento dei dividendi da parte delle imprese russe. Gli investitori sono pronti a ricevere circa 3 mld di euro entro la fine di questo mese e potrebbero decidere di convertire alcuni introiti in dollari, spiegano gli esperti. Infine, gli analisti sostengono che sia troppo presto per parlare di una ripresa del rublo ma c'e' la possibilita' che si verifichi un recupero. Nel frattempo pero' Moody's ha ridotto le stime di prezzo per Brent e Wti, puntando il dito sul continuo eccesso di offerta e sull'ulteriore output che si appresta a essere immesso sui mercati dall'Iran.

L'Agenzia ha portato le sue previsioni sul prezzo dei due benchmark a 33 usd/barile, che significa una riduzione dalla precedente valutazione di 10 usd/barile per il Brent e di 7 usd/barile per il Wti. "I membri dell'Opec stanno continuando a darsi battaglia sulle quote di mercato attraverso alti livelli di produzione", spiega Terry Marshall, vice Presidente di Moody's, "contribuendo cosi' a gonfiare l'offerta nonostante la crescita moderata dei consumi. Inoltre ci aspettiamo l'aumento della produzione dell'Iran e un taglio di quella negli Usa". Infine Marshall conclude affermando che "le ingenti scorte globali ci metteranno del tempo a diminuire e continueranno a tenere bassi i prezzi anche se la domanda dovesse migliorare".