Borse, i petroliferi e i bancari zavorrano i listini. Crollano Bp e Ubs
Resta pesante la situazione a Piazza Affari a metà seduta, con il Ftse Mib che cede l'1,95% e gran parte del listino principale in rosso. Oltre a società petrolifere e minerarie si segnalano ancora forti flessioni per i titoli del creditoall’indomani delle dichiarazioni di Mario Draghi sulla necessità di non fare passi indietro sull’applicazione della direttiva sulle risoluzioni bancarie. Una doccia fredda per gli istituti di credito italiani e per la stessa Bankitalia e il suo governatore Ignazio Visco che, dal convegno Assiom Forex di Torino, aveva lanciato un appello per una revisione della normativa sul bail-in. Affondano Milano infatti le vendite sui bancari, con Mps (-8%) e Banca Carige (-6,7%) che restano i titoli più bersagliati assieme a Bper (-4%) e Ubi banca (-3,2%).
Il crollo del petrolio pesa su Saipem (-3,9%), i cui diritti dell'aumento di capitale sono oggetto di un pesante sell-off (-14,1%), ed Eni (-2,7%), su cui impattano i deludenti risultati del quarto trimestre di Bp (ha archiviato il quarto trimestre dell’anno con un calo dell’utile del 91% a 196 milioni di dollari contro i 2,24 milardi dello stesso periodo dell’anno scorso). Pensanti anche le Generali (-3,1%), che riuniranno il board il prossimo 9 febbraio e su cui ha espresso preoccupazioni un report di Bernstein, e Poste Italiane (-3,3%). Si muove in controtendenza Luxottica (+0,46%), che arresta il crollo della vigilia. vanno male anche le altre borse europee, su cui crollano ancora una volta petroliferi (-3,8% l'indice Dj Stoxx), minerari (-2,8%) e banche (-2,8%): Parigi cede l'1,8%, Londra l'1,5% e Francoforte l'1%.
Oltre a Bp, fra i titoli che stanno facendo peggio in Europa, c'è Ubs in pesante flessione in Borsa a dispetto di una crescita spettacolare degli utili, un più 79% per l'insieme del 2015 a 6,2 miliardi di franchi, circa 5,5 miliardi di euro sulla spinta anche di poste fiscali una tantum favorevoli. Tuttavia i mercati sembrano essersi maggiormente concentrati sul proverbiale bicchiere mezzo vuoto: la banca ha rilevato "livelli molto ridotti di attività dei clienti" nel quarto trimestre, parallelamente ad un "marcato aumento dell'avversione al rischio".
La cruciale divisione gestione patrimoni ha visto crescere gli utili ante imposte del 13 per cento, a 2,8 miliardi di franchi, ma negli ultimi tre mesi questa voce ha decisamente cambiato rotta subendo un pesante meno 47 per cento a 344 milioni. E sempre sul finale di 2015 i clienti hanno complessivamente ritirato 3,4 miliardi di franchi dai fondi investiti, specialmente nelle economie emergenti. Peraltro guardando alle prospettive Ubs ha dovuto riconoscere come sia "improbabile" che i problemi legati alla volatilità dei mercati "si risolvano nel futuro prevedibile". A tarda mattina Zurigo le azioni Ubs un meno 8,27% a 15,30 franchi.