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Economia
Borse, la Bce (ri)scatena il Toro. Asfaltate le agenzie di rating

Avete presente cosa può accedere a un gatto in tangenziale? Una scena raccapricciante certo, ma è la perfetta rappresentazione di quello che è accaduto agli allarmi, ai consigli e agli avvertimenti che ieri e oggi le agenzie di rating hanno riservato all'Italia. Fogli di carta che finiscono nel tritatutto. "Rischio voto anticipato", "rischio di nuovi aumenti sul deficit", e l'immancabile revisione al ribasso delle stime sulla crescita dell'anno in corso (ora tra lo 0-0,5). Nel giorno di San Valentino sembrava il classico mazzo di fiori pieno di spine. Un copione che sembrava ripetere quanto già visto la settimana precedente quando la revisione sulle stime di crescita l'avevano fatta quelli della commissione europea. Una revisione giunta precisa come un orologio svizzero proprio nel momento in cui Piazza Affari aveva toccato quota 20.000 tonda tonda. Sembrava di essere ritornati all'autunno del 2018 quando le istituzioni europee e le agenzie di rating coglievano qualsiasi pretesto per maltrattare Piazza Affari e i suoi titoli bancari.

Questa volta però il clima è totalmente cambiato. Perché a differenza dell'autunno scorso le banche centrali sono di nuovo pronte a sostenere i listini. Ve lo ricordate cosa è successo a dicembre 2018? Fu lo scontro tra Powell e Trump a mettere in crisi Wall Street poiché furono le insistenze di Trump a costringere la FED ad alzare i tassi innervosendo il clima generale. Powell la colomba fu costretto per un giorno a mettersi il becco da falco. Una situazione di crisi che in poco tempo fu risolta allontanando l'ombra di Trump da Eccles Building riportando un cielo sereno sui tassi. Un clima che in poco tempo ha fatto risorgere Wall Street. Qualcosa di simile è andata in onda oggi in tutta Europa perché è stato sufficiente che Coeurè (uno dei membri più importanti della BCE) si dicesse possibilista sul varo di una nuova operazione TLTRO per infiammare immediatamente tutte le borse e i titoli finanziari. Dichiarazioni positive a cui ha aggiunto una sua personale opinione di non essere un sostenitore dell'aumento dei tassi di interesse. Una puntura di adrenalina che alle 14.30 ha istantaneamente rianimato il corpo di tutti i titoli bancari italiani. Piazza Affari dopo le due finte precedenti ha letteralmente sfondato quota 20.000. I carrarmati delle banche centrali carichi di munizioni monetarie hanno questa volta asfaltato tutti gli allarmi delle agenzie di rating.

Rialzi da capogiro per Unicredit, Banco BPM, BIPER, UBI Banca, Mediobanca. Tutte con rialzi tra il 3 e il 7%. Questa volta nemmeno le ipotesi fantasiose di Claudio Borghi che in una agenzia ipotizzava una uscita dell'Italia dalla UE nel caso i populisti non vincessero le europee, sono riuscite a raffreddare e spaventare i compratori e nemmeno le aperture di Mnunchin verso i progressi nella trattativa sui dazi della Cina hanno fatto grande clamore, nella borsa "alle grida" si sarebbe detto che nella sala c'era talmente tanto chiasso e tanta foga in chi faceva corsa all'acquisto, per sentire le notizie di sottofondo. Oggi con la tecnologia agli algoritmi sono bastate le parole chiave "disponibilità TLTRO", "no aumento tassi di interesse" per innescare un flusso cibernetico di ordini d'acquisto che in pochi secondi ha fatto raddoppiare la variazione dell'indice FTSE MIB. Passata la festa ora ci aspettano altre tappe importanti che non saranno i venerdì in cui le agenzie di rating emetteranno nuove pagelle sulla qualità del debito italiano bensì la prima sarà il 27 febbraio quando Powell si presenterà davanti al Comitato dei Servizi Finanziari della Camera per la tradizionale testimonianza di inizio anno e la seconda sarà il 7 marzo quando si riunirà la BCE. A seconda di come i mercati arriveranno a questi appuntamenti  (troppo esuberanti o prudenti) le banche centrali decideranno di conseguenza come comportarsi. I mercati oggi sono animali in cattività. Non possono più seguire gli istinti naturali ma di certo non moriranno mai di fame.

@paninoelistino

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