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Economia
Borse, timori per la crescita mondiale.E' un lunedì nero .Spread a 140

Il timore di un rallentamento generalizzato dell'economia a livelo globale manda in profondo rosso le borse europee, che chiudono a picco. In una giornata povera di spunti, per via della chiusura delle piazze cinesi e dell'assenza di dati macroeconomici di rilievo, i timori degli investitori vanno oltre la preoccupazione per il calo del prezzo del petrolio e per la frenata della Cina e riguardano la tenuta dell'economia globale. Sui listini i peggiori sono i finanziari, ma anche gli industriali vanno male.

I mercati puntano sui titoli difensivi, a partire dai bund tedeschi e dai Treasury Usa. Risale fino a 149 punti lo spread tra Btp e Bund. Sono ricominciate, nel frattempo, le tensioni intorno alla borsa di Atene, che cede il 7,9% con i bancari in picchiata. Il comparto del credito risulta in sofferenza in tutta Europa. Milano cede il 4,69% a 16.441,20 punti. Londra perde il 2,71%, Francoforte scende del 3,30%, a 8.979,36 punti, sotto qiota 9 mila per la prima volta dall'ottobre 2014, e Parigi arretra del 3,20% a 4.066,31 punti. L'indice paneuropeo Stoxx 600 scende ai minimi da 15 mesi.

Prosegue la brutta performance di Wall Street dopo la pessima chiusura di venerdì scorso. Il Dow Jones lascia sul terreno l'1,7%, l'S&P 500 l'1,66% e il Nasdaq Composite il 2% in scia alle vendite diffuse sui listini azionari europei (-2,71% il Dax) e ai prezzi del petrolio che sono tornati a scendere. Il Brent cede il 2,17% a 33,32 dollari al barile e il Wti il 2,62% a 30,08 usd. Sono ricominciate, nel frattempo, le tensioni intorno alla borsa di Atene, che cede l'8,3% con i bancari in picchiata. Nel lunedì nero di Piazza Affari diversi titoli a elevata capitalizzazione hanno lasciato sul terreno molto valore: il peggiore è stato Saipem che ha perso il 25% a 0,38 euro nell'ambito dell'aumento di capitale, mentre Mps ha chiuso in calo dell'11% a 0,519 euro, vicino al minimo storico. Anche Bper ha accusato un ribasso dell'11,9%, seguita da Ubi e Poste italiane che hanno ceduto entrambe il 10,4%, con Carige il calo del 10,1% mentre Intesa si è mossa con l'indice generale (-4%). Male Fca, in ribasso finale del 9,8%.

L'indice paneuropeo Stoxx 600 rimane intanto ai minimi da 15 mesi. Andando a scandagliare le motivazioni, restano ben presenti i timori del mercato sul rallentamento dell'economia mondiale e, in particolare, della Cina. Le riserve di valuta estera di Pechino sono infatti calate per il terzo mese consecutivo a gennaio, scendendo sui minimi da oltre tre anni. Nel dettaglio l'ammontare si e' ridotto di 99,469 mld usd a 3.231 mld usd nel primo mese del 2016, con la fuga di capitali dal Paese che prosegue viste le preoccupazioni degli investitori sullo stato di salute dell'economia del Dragone e su eventuali ulteriori deprezzamenti dello yuan. Il dato di gennaio segue il calo record di riserve di dicembre, pari a 107,9 mld usd, con la PBoC che ha venduto ingenti quantita' di dollari per sostenere la debole valuta locale in scia al rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.

"C'e' un sacco di incertezza che pesa sui mercati", sottolinea Philippe Gijsels, capo strategist di Bnp Paribas, puntualizzando che "la gente inizia a preoccuparsi del fatto che i bassi prezzi del petrolio e la situazione in Cina stiano iniziano a impattare negativamente sull'economia americana e su quella europea". Gli investitori restano ora in attesa dell'audizione al Congresso Usa del presidente della Fed, Janet Yellen, per provare ad avere indizi sulla posizione della Banca centrale riguardo un eventuale rialzo dei tassi. Macquarie Bank ritiene che la testimonianza potrebbe rafforzare, o riconfigurare, le aspettative riguardo la prospettiva di un'azione della Federal Reserve, con ripercussioni su tutti i mercati. Sul valutario, il cambio euro/usd tratta a 1,1126 con minimo intraday a 1,1086 e massimo a 1,1183. Sull'obbligazionario il rendimento del Treasury biennale e' in calo allo 0,68% e quello decennale all'1,78%, con gli investitori che si stanno rifugiando negli asset considerati sicuri.

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